Una proposta di itinerario nella regione francese, sulle tracce dei grandi artisti del Novecento che la scelsero come residenza negli anni maturi della loro vita.

Le Alpes-Maritimes sono un dipartimento del Sud della Francia, parte della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Il paesaggio è particolarmente affascinante perché è caratterizzato dall’incontro fra le Alpi e il Mar Mediterraneo.
La temperatura mite e l’ambiente rigoglioso e dai colori carichi di luce solare lo hanno reso un luogo di residenza ideale per artisti come Renoir, Chagall e Picasso che hanno scelto località incantevoli per vivere la loro età matura e produrre pregevoli opere d’arte.
Pierre-Auguste Renoir
Renoir decise di stabilirsi nel Sud della Francia agli inizi del Novecento. A causa dell’acutizzarsi dell’artrite reumatoide di cui soffriva, infatti, aveva bisogno di vivere in un luogo dal clima mite.

Dopo aver visitato diverse località della Costa Azzurra, si stabilì a Cagnes sur Mer. Inizialmente abitò nel centro della cittadina e poi, nel 1907, decise di acquistare il Domaine des Collettes, una tenuta in collina poco fuori dal centro abitato.
Renoir vi si recava spesso per dipingere e scelse di acquistarlo per salvare il suo oliveto plurisecolare dall’abbattimento. Vi fece costruire una bella dimora e qui visse e lavorò fino alla morte, avvenuta nel 1919.
L’attività artistica di Renoir in questo periodo fu particolarmente feconda. Costretto a cambiare radicalmente il tratto della sua pittura a causa della malattia, egli realizzò alla Collettes alcuni dei suoi capolavori, fra cui Les Baigneuses, oggi al Musée d’Orsay, e il ritratto dell’attrice Tilla Durieux, esposto al MET di New York.
Inoltre, grazie all’aiuto del giovane Richard Guino, esplorò anche l’arte della scultura.
La Collettes è oggi aperta al pubblico. Le sue stanze sono rimaste come ai tempi di Renoir. C’è poi un museo, piccolo ma di grande valore. Raccoglie quindici quadri di Renoir, con i suoi temi tipici di questo periodo: nudi, ritratti e paesaggi.
Ci sono poi le sculture, alcune intime, come quelle che ritraggono il figlio Claude o la moglie Aline. E per finire, ci si può rinfrancare con una passeggiata nel giardino, fra gli oliveti e gli aranci cari all’artista.
Henri Matisse

L’idillio di Matisse con il Sud della Francia iniziò nel 1917, quando acquistò una casa a Cimiez, un sobborgo di Nizza, dove si ritirò stabilmente dal 1941 per allontanarsi da Parigi, occupata dai nazisti. Proprio a Cimiez, nella bella Villa des Arènes, c’è il Musée Matisse, con una ricca collezione di opere e con 130 oggetti a lui appartenuti.
Matisse era un collezionista e ogni singolo oggetto che acquistava diventava parte del processo creativo, sia che fosse uno strumento di lavoro, oppure il soggetto di un’opera, oppure semplicemente qualcosa da osservare per trarre ispirazione.
Mentre abitava a Cimiez, gli fu diagnosticato un tumore al duodeno che, nonostante l’esito positivo dell’operazione, lo costrinse a rimanere a letto per alcuni mesi.
Così si dedicò ad una nuova tecnica più consona alle sue nuove condizioni fisiche, il cut-out, ovvero immagini create con ritagli di carta. La sua opera più famosa in questa tecnica è il libro Jazz, realizzato a Vence, dove si trasferì qualche anno dopo l’operazione.
Durante la sua convalescenza, Matisse pubblicò un annuncio per assumere un’infermiera. Il lavoro venne affidato a Monique Bourgeois.
Matisse le insegnò la prospettiva, la fece posare come sua modella e, alcuni anni dopo, quando scelse di diventare una suora domenicana, accettò, su sua richiesta, di dedicarsi al progetto della cappella dei Domenicani a Vence.
Il progetto fu sviluppato fra il 1948 e il 1951 e riguardò ogni aspetto della cappella: l’architettura, dalla curiosa forma a L; le vetrate, che inondano di luce e di colore l’ambiente, che per il resto è completamente bianco; i murales, fra cui la Via Crucis, dove le singole stazioni vengono combinate in un’unica composizione. E poi, ancora, gli arredi e persino i paramenti sacri.
Ogni elemento fu progettato seguendo i principi del cut-out, che viene così declinato sui più diversi mezzi espressivi. La chiesa di Vence è una sorta di testamento spirituale di Matisse che, curiosamente, in vita si dichiarò sempre ateo.
Pablo Picasso

Dopo la seconda guerra mondiale, Picasso scelse di lasciare Parigi per trasferirsi ad Antibes. Il Musée Picasso, ospitato nello Chateau Grimaldi, conserva numerose opere di questo periodo. Picasso nel Sud della Francia frequentava spesso Joan Mirò.
Il sodalizio fra i due maestri è celebrato nel museo con l’esposizione della Dea del Mare, una scultura in ceramica che fu inizialmente depositata sul fondo del mare.
Fra il 1948 e il 1955 Picasso si trasferì a Vallauris e creò l’Atelier du Fournas in una ex fabbrica di profumi. La ragione di questo trasferimento fu la volontà di perfezionare l’arte della ceramica. In questi anni Picasso realizzò migliaia di ceramiche, in parte esposte al museo di Antibes.
La cittadina gli rese omaggio in occasione del suo settantesimo compleanno, e lui ricambiò donando la scultura bronzea dell’Uomo col montone, che oggi abbellisce la place Paul Isnard.

Gli anni del dopoguerra sono caratterizzati da numerosi eventi storici sanguinosi. Molte opere di Picasso di questo periodo contengono messaggi politici e sociali, come Guerra e Pace, composta da due pitture di grandi dimensioni installate sulle volte della cappella del castello di Vallauris.
Sullo sfondo, l’affresco delle Quattro Parti del Mondo. Si tratta di opere fortemente allegoriche, che assumono un’ulteriore potenza emotiva per il loro legame con l’ambiente sacro della cappella e, più in generale, con l’ancestralità dell’arte rupestre.
Fernand Léger

Dal 1949, Fernand Léger usava recarsi regolarmente a Biot, nelle Alpes-Maritimes, per lavorare con l’atelier Brice alle sue sculture in ceramica. Pochi mesi prima di morire, nel 1955, l’artista acquistò un terreno agricolo ai piedi del villaggio.
Quando morì, sua moglie Nadia e il suo stretto collaboratore Georges Bauquier decisero di costruirvi un museo, che inaugurarono nel 1960 e donarono allo stato nove anni dopo. Il Musée Léger è stato l’apripista di tutti gli altri musei della zona dedicati ai grandi artisti del Novecento.
La collezione comprende numerose opere che permettono di esplorare il percorso artistico di Léger dal post-impressionismo al cubismo, attraverso i vari mezzi espressivi da lui utilizzati (pittura, mosaico, vetrate, ceramica e tessuti).
Si distingue un mosaico di 400 metri quadri con due inserti ceramici prodotti dall’atelier Brice, realizzato sulla base di un progetto di Léger per lo stadio di Hannover.
Marc Chagall

I viaggi di Chagall in Provenza risalgono agli anni Venti del Novecento, ma è solo nel 1950, superate le traversie della guerra mondiale e l’esilio a New York, che acquistò una casa a Vence, per poi trasferirsi a Saint Paul de Vence nel 1966.
Nelle Alpes-Maritimes l’artista si dedicò soprattutto alla ceramica, frequentando gli stessi atelier di Picasso e Léger.
L’arte di Chagall in questo periodo rappresenta prevalentemente temi religiosi. Oltre a collaborare con molti altri artisti alle decorazioni della chiesa di Notre-Dame de Toute Grâce du Plateau d’Assy, realizzò il mosaico del battistero della Cattedrale di Vence, raffigurante Mosè salvato dalle acque.
Chagall inaugurò nel 1969 a Nizza il Museo del Messaggio Biblico, costruito per custodire l’omonimo ciclo di opere da lui donate allo stato. Il nome dell’istituzione è stato poi cambiato in un generico Musée National Marc Chagall, dato che nel corso degli anni si sono aggiunte altre opere, fra cui numerose illustrazioni della Bibbia.
Il ciclo del Messaggio Biblico si compone di diciassette pitture raffiguranti i libri della Genesi, Esodo e il Cantico dei Cantici. Furono create fra il 1956 e il 1966 per rilanciare la Cappella del Calvario a Vence, che all’epoca era abbandonata e chiusa al culto.
In corso d’opera, però, Chagall preferì dare più enfasi all’aspetto umanistico dei soggetti e perciò decise di non esporre l’opera in una chiesa, ma di donarla allo stato per una fruizione più ampia.
La Fondazione Maeght

Aimè e Marguerite Maeght erano una coppia di mercanti d’arte ed editori, amici dei più importanti artisti del Novecento, fra cui Giacometti, Mirò e Braque. Fu proprio Braque a suggerire loro l’idea di creare uno spazio dove gli artisti potessero esporre le loro opere senza fini commerciali, ma semplicemente nelle migliori condizioni di luce e di spazio, perché fossero valorizzate al meglio.
Aprì così, nel 1964, sulle colline poco fuori Saint Paul de Vence, la Fondation Maeght, la prima istituzione artistica privata francese, costruita sulla base di analoghe esperienze americane come la Solomon R. Guggenheim Foundation.
Il complesso è un’unione armoniosa di arte, architettura e natura. Il progetto, dell’architetto catalano Josef Luis Sert, unisce in un continuum giardini, cortili e spazi interni in cui le opere d’arte sono perfettamente integrate con le strutture e con la natura circostante.
Si passa quindi dal giardino delle sculture, con un’opera in ceramica di Léger e sculture di Calder e Takis, al cortile con le opere di Giacometti, per poi perdersi nel labirinto di Mirò, e finire nella cappella, dove un crocifisso medievale donato da Cristobal Balenciaga si sposa perfettamente con le vetrate di Braque e Ubac.
Tutto il percorso è una continua sorpresa fra capolavori dei più grandi artisti del Novecento, fra cui Barbara Hepworth, Christo, Marc Chagall, Pierre Bonnard, Vassili Kandinsky e Wifredo Lam.
Notre-Dame de Toute Grâce du Plateau d’Assy

Anche se si trova a più di quattrocento chilometri dalle Alpes-Maritimes, gli appassionati d’arte del Novecento non possono fare a meno di andare a visitare la chiesa di Notre-Dame de Toute Grâce du Plateau d’Assy, presso Passy.
Questo santuario fu costruito intorno alla metà del Novecento in una zona dove esistevano vari sanatori per malati di tubercolosi ma mancava, di fatto, una chiesa. L’architettura è di Maurice Novarina che scelse di utilizzare i materiali della zona, come vari tipi di pietre e legno, conferendo alla costruzione un aspetto molto solido.
Per ornare e arredare la chiesa vennero invitati diversi artisti che vissero nel Sud della Francia in quel periodo. Così l’intera facciata anteriore della chiesa è decorata da un mosaico di Léger; appena entrati, lo sguardo è catturato dall’enorme arazzo di Lurcat che abbellisce il coro.
Il fonte battesimale, una pregevole opera in marmo di Carrara di Signori, ha come sfondo un affresco di Chagall. L’altare del Santo Sacramento ha una essenziale decorazione su ceramica di Matisse e la porta del tabernacolo è scolpita da Braque.
Esattamente dalla parte opposta, c’è un San Francesco di Sales dipinto da Bonnard. L’elenco delle opere d’arte che si possono ammirare a Notre Dame de Toute Grace potrebbe continuare ancora a lungo.
Questa chiesa straordinaria è, in definitiva, l’opera più rappresentativa di un movimento culturale che ha accomunato quasi tutti gli artisti che hanno vissuto nelle Alpes-Maritimes intorno al 1950, e cioè la riscoperta dell’arte sacra, che poi ognuno, a prescindere dalla personale pratica religiosa, ha reinterpretato in base ai propri valori e alla propria sensibilità.
Infoutili
Per informazioni sul turismo in Francia consultare il sito www.france.fr
Musée Renoir – 19, Chemin des Collettes – Cagnes sur Mer –
Musée Matisse – 164, Avenue des Arènes de Cimiez – Nice –
Chapelledu Rosaire–466, Avenue Henri Matiesse – Vence –
Musée Picasso – Place Mariejol – Antibes –
Musée national Pablo Picasso La Guerre et la Paix – Place de la Liberation – Vallauris –
Musée national Fernand Léger – 255, chemindu Val de Pome – Biot –
Cathédrale de la Nativitè de Marie – 2, PassageCahours – Vence
Musée national Marc Chagall – Avenue de Docteur Ménard–Nizza
Fondation Maeght – 623, chemin des Gardettes – Saint Paul de Vence –
Notre-Dame de Toute Grâce du Plateau d’Assy – Place de l’église – Passy
Testo e foto di Maria Ilaria Mura |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
I nostri blogger in viaggio
Maria Ilaria Mura

Nata in Sardegna, vive a Londra da sei anni. Dopo la laurea in Lettere e molti anni di lavoro nel marketing ha deciso di dedicare la fase matura della sua vita alle cose che ama di più: i viaggi. Nel 2008 ha fondato e diretto Prama Turismo, il DMC di riferimento per il turismo culturale in Sardegna. Ha coordinato il progetto delle audioguide di Cagliari sul sito cagliariturismo.it. Ora va alla ricerca di posti insoliti in tutto il mondo, costruisce percorsi e racconta ciò che scopre su magazine di viaggi e cultura.
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.