
È stata eletta European Best Destination del 2023. Varsavia dinamica ed accogliente, moderna ed open mind. Rasa al suolo dai nazisti, è una sorpresa per chi, ad oltre trent’anni dopo la caduta del muro, si aspetta di trovare ancora il grigiore del socialismo reale.
Testo e foto di Emanuela De Santis
Ma quella che oggi si chiamerebbe riqualificazione urbana è cominciata dopo la seconda guerra mondiale con la ricostruzione di Stare Miesto, la Città Vecchia, che oggi è inserita tra i Patrimoni dell’Umanità Unesco.
Antiche atmosfere

Si parte da Krakowskie Przedmiescie, la Via Reale (letteralmente la “strada per Cracovia”), che si dipana in un lungo corso salottiero dove è arduo farsi largo tra i caffè e accaparrarsi un tavolo da Zapiecek, un’istituzione per birra e pierogi, e prosegue per quindici chilometri lasciandosi alle spalle le sfarzose residenze nobili della città.
Non ci si perde nei vicoli ad alta densità di negozietti e trattorie del risorto centro storico: il flusso umano s’incanala verso la ricca piazza del Mercato Vecchio racchiusa tra le facciate ad alta concentrazione di fregi, un prezioso mix di stili, dal gotico al rococò.
E si spinge fino al Barbacane, la muraglia cinquecentesca che fu ricostruita negli anni ’50, uno degli interventi per ridare un appeal turistico alla città.
L’ultima tappa della Via Reale è un giardino botanico di 80 ettari, l’antico padiglione balneare dei sovrani sul bordo di un laghetto romantico: tra le aiole del parco Łazienki, i fine settimana da maggio a settembre, si riversa la metà della popolazione per assistere ai concerti (gratuiti) di Chopin suonati da pianisti di fama internazionale.
Come un picnic

L’altra metà si accalca a Targ Śniadaniowy, il “mercato della colazione”, il nuovo rito del weekend. Il sabato a Żoliborz e la domenica a Mokotow, nel verde di due eleganti quartieri residenziali, atmosfera da picnic in campagna: tavoli di legno e tovaglie stese sull’erbe, giochi per bimbi e tanti stand di prelibatezze a km 0.
Soffici pączka, le ciambelle glassate, e le brioche ripiene di mele o sidro. E specialità d’oltreconfine, ungheresi – i langosz, focacce fritte con peperoni – e georgiane – le torte salate medogie, le polpette di spinaci.
Tra passato e presente

Ma la Varsavia che si è rifatta il look grazie al piano di investimenti strategici risiede a Mirow, un agglomerato dove è germogliato il nuovo skyline cittadino alle spalle del simbolo del potere socialista, il Palazzo della Cultura e delle Scienze: a ridosso della Varso Tower, il grattacielo più alto dell’Unione Europea inaugurato nel 2021, si accavallano le torri del Warsaw Hub (sede di Google) e le forme aerodinamiche del Warsaw Spire.
Per esplorarne la visuale c’è la terrazza del Palazzo della Cultura, ma meglio ancora quella di Noblin, un’ex fabbrica di posate e oggettistica in metallo dove hanno preso casa le ultime novità in fatto di tecnologia e design.
Accanto ai negozi di moda e d’interni i vecchi macchinari sono in mostra come istallazioni, agli spazi gourmet si affiancano un piano bar, un cinema ad alta tecnologia con poltrone extralarge e servizio bar, il museo Apple Poland con la più grande collezione di device del brand oltre ad Art Box, una galleria d’arte digitale con 800 metri quadrati di schermi e proiettori integrati.
Tra le sagome ultramoderne di vetro e acciaio spiccano i mattoncini rossi tirati a lucido della Browary Warszawskie, il più grande birrificio della Polonia ora location di punta soprattutto in estate con cinema all’aperto, food hall e una micro brewery gourmet.

Dalla sua inaugurazione nel 2016 – anno in cui è stato dichiarato the Best European Museum – Polin, il museo ebraico costruito dove sorgeva il vecchio ghetto di Varsavia, è una delle architetture più emblematiche della città: all’esterno un blocco lineare di rame e vetro, all’interno uno spazio dinamico attraversato da curve che danno l’illusione delle onde.
Da questo simbolismo il visitatore è introdotto in un percorso che racconta con scenografie, istallazioni interattive e cimeli d’arteJudaica mille anni di storia degli ebrei polacchi.
Relax lungo il fiume

Come si alzano le temperature la vita cittadina si trasferisce lungo il Vistula Boulevard, la rive gauche: chi fa jogging, chi prende il sole sulle sdraio, chi ozia nei caffè del lungofiume.
A un passo dalla banchina, Elektrownia Piowiśle, l’antica centrale elettrica ora è la location globale.
Negli ex stabilimenti ristoranti e bar reinterpretano la scenografia post-industriale utilizzando isolatori e pannelli elettrici come elementi di arredo. Luci da luna Park nell’ex serbatoio che ospita Dock 19, un fascinoso ristorante di cucina euroasiatica.
Al piano terra dell’edificio principale la food hall è un bazar di sapori con vari corner da bere con happy hours e DJset, Kandela per i cocktails, Elektryk e Centrale per le birre.
Al posto di turbine e motori shopping made in Polonia, scarpe e borse con una linea vegan, giovani brand varsaviani, fashion lab in chiave digitale ed una beauty hall con trattamenti d’avanguardia basati sul proprio DNA.
Strappa un “Oh!” di meraviglia, all’altro lato della strada, la mole prestigiosa della BUW, la Biblioteca Universitaria di Varsavia, che oltre ad essere un’opera architettonica pluripremiata comprende uno dei più bei giardini pensili d’Europa.
Il percorso per raggiungere il tetto – ed ammirare uno dei panorami più belli della città – è un susseguirsi di passerelle, sentieri, ponti e pergolati dove crescono arbusti e ortensie rampicanti, viti Zilga e clematidi.
La Varsavia alternativa
L’esplorazione della scena alternativa di Varsavia comincia dalla riva opposta del fiume. Dalle spiagge equipaggiate in stile caraibico che sparano decibel fino a notte fonda ci si addentra verso Praga, il quartiere operaio risparmiato dalla distruzione delle guerra.
Dai palazzoni socialisti, riscoperto dai giovani boho locali dopo essere stato il set del film di Roman Polanski “Il pianista”: qui ancora si respira l’atmosfera della vecchia Varsavia tra un murales di street art e i nuovi locali – cocktail pub e ristoranti etnici e vegan – gallerie d’arte e workshop.
La movida

Ma la movida del quartiere si concentra nella Spazio Koneser, un’ex fabbrica di vodka diventata il primo polo dell’intrattenimento cittadino.
Nelle mura neogotiche l’offerta è stratosferica: ristoranti e bar, ludoteche e spazi espositivi, sale da concerto e dj lounge, ogni mese una fiera mercato diversa dal vintage al bio al design e ovviamente un sofisticato museo della vodka.
Cultura e storia

Altra meta ad alto gradimento è il Museo del Neon, una vecchia officina dove sono raccolte centinaia di insegne che a partire dalla metà degli anni ’50 illuminarono i negozi e i cinema della Polonia.
Quello che allora, nelle città perennemente oscurate, era un simbolo di libertà, oggi è un’icona vintage, un bizzarro soggetto da selfie.
Una carrellata di design stile modernariato o un set di un film Wajda? È diventato un cult la visita al Museum of Life under Communism dove è in mostra un concentrato del lifestyle socialista.
Non solo una collezione e di oggetti d’epoca come la lavatrice a manovella ma una location da vivere, che si può affittare per eventi o dove noleggiare una fiat 126 made in Poland o uno Jelcz 043, detto il “Cucumber”, il tipico autobus degli anni ’50.
Testo e foto di Emanuela De Santis|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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