L’Africa: geologia per appassionati

L’esperto risponde. A cura di AIEA – Associazione Italiana Esperti d’Africa




Domanda: Buongiorno, io sono da anni un appassionato di geologia e mineralogia ed ho sempre amato l’africa, potendola visitare solo una volta con un viaggio in Marocco. Vorrei sapere quale Paese africano sarebbe più interessante da visitare sotto questo aspetto.
In attesa di una vostra gradita risposta, complimentandomi per il vostro lavoro, invio cordiali saluti.

Risposta: Caro Jacopo, per un appassionato di geologia, l’Africa riserva tantissimi luoghi di assoluta importanza e bellezza. La travagliata storia geologica di questo continente, nei milioni di anni, ha fatto si che si venissero a creare formazioni geologiche di tutti i tipi. Un classico esempio è la spettacolare Rift Valley, quella lunga cicatrice che per circa 6500 Km taglia l’Africa orientale. Essa non è altro che una linea di separazione tra la placca africana e quella araba le quali, andando in direzioni opposte, creano un assottigliamento della crosta. Questo fenomeno comporta, lungo gli immensi altopiani di questa parte d’Africa, la formazione di depressioni che arrivano a profondità di parecchie centinaia di metri sotto il livello del mare ed un assottigliamento della litosfera di solo una ventina di chilometri. La presenza di attività vulcaniche è d’obbligo; a causa degli abbondanti punti caldi, infatti qui si possono trovare vulcani attivi ed inattivi importanti tra cui il Kilimanjaro, sito in Tanzania al confine col Kenya, visitabile anche con delle splendide escursioni a piedi, o il Karisimbi, al confine tra il Congo ed il Rwanda, facente parte della catena montuosa del Virunga. Qui si può approfittare per visitare il Virunga National Park che ospita la colonia degli splendidi gorilla di montagna, tristemente famosi per l’elevato rischio di estinzione. Altrettanto interessanti sono anche i numerosi laghi che riempiono parte della Rift Valley, come il Tanganica, il più profondo del continente o lo splendido lago Turkana, noto per essere il più grande lago alcalino del mondo, con il dormiente vulcano Teleki sulla riva meridionale, il tutto circondato da paesaggi lunari.

L’Africa australe offre altri luoghi geologicamente interessanti, come il Sudafrica, con il suo Blyde River Canyon nella regione dello Mpumalanga. E’ il terzo canyon più grande del mondo, composto quasi esclusivamente di arenaria, con una lunghezza di quasi 60 Km e scarpate vertiginose che raggiungono gli 800 metri di dislivello. Esso si trova su un percorso turistico più frequentato e facile da raggiungere, grazie anche alla vicinanza con il Parco Kruger che attira quasi un milione di turisti l’anno. Splendidi paesaggi vengono offerti anche dalle regioni del Western Cape, a sud-ovest del Sudafrica, precisamente nel Karoo National Park. L’habitat semi-desertico mette a nudo diversi canyons e formazioni rocciose molto interessanti offrendo imponenti paesaggi di una bellezza rara. Per gli appassionati di antropologia e paleontologia umana è d’obbligo una visita nella Cradle of Humankind, sito a qualche chilometro da Johannesburg dove è possibile visitare i luoghi più importanti a livello mondiale riguardanti le scoperte antropologiche. Si possono visitare i celebri scavi e la “Wonder cave”, le meravigliose grotte site all’interno della Rhino & Lion Reserve, il tutto completato magari dalla visita al Transvaal Museum di Pretoria, dove si possono ammirare alcuni tra i reperti più noti a livello internazionale compresa la sezione di geologia con la sua collezione di minerali e pietre preziose.

Le formazioni geologiche più belle sono sicuramente quelle dove   l’assenza di vegetazione le mettono a nudo. Il luogo più arido per eccellenza e con le attrazioni geologiche più spettacolari è sicuramente la Namibia. La sua travagliata storia geologica ha lasciato indelebili segni che tuttora si possono ammirare per quasi la totalità di questo Paese. Partendo da sud è possibile ammirare il Fish River Canyon; è il secondo più grande del mondo e come un’enorme cicatrice taglia le rocce metamorfiche sottostanti. Diversi altri canyons costellano i paesaggi namibiani, come quello di Sesriem, scavato nelle arenarie, oppure il Kuiseb formatosi tra gli scisti. Le coste sud della Namibia bagnate dall’Atlantico sono note anche per la presenza di depositi diamantiferi immensi che ne fanno la ricchezza del Paese. Buona parte del confine est è coperto dalle sabbie del Kalahari, una delle distese di sabbia più grandi del mondo, con i suoi emozionanti paesaggi dipinti di rosso. Andando ad ovest è d’obbligo una visita al deserto del Namib, il più antico del mondo con le sue bionde sabbie che corrono fino al mare e con le sue dune da record, con altezze che superano i trecento metri e con il maggior numero di tipologie in assoluto.

L’enorme cupola plutonica che s’innalza per 2000 metri con un diametro di circa 25 chilometri, visibile anche dallo spazio prende il nome di Brandberg e si trova nella regione del Damaraland, a nord-ovest del Paese; questa immensa formazione granitica, chiamata anche Burning Mountain per via del suo colore scuro, è considerato monumento nazionale. Nel cuore del Damaraland è possibile visitare, oltre diverse attrazioni, come la foresta pietrificata, anche le canne d’organo, una curiosa formazione nata dalla solidificazione del basalto, il quale, durante il raffreddamento, si è spaccato in numerose colonne a forma di prismi esagonali. Indubbiamente anche le tempestose spiagge della Skeleton Coast sono un’attrazione per i geologi. A nord, approfittando per fare un bel safari nell’Etosha National Park, si può godere dell’immensa distesa salina del Pan, un’enorme candido deposito di 4700 chilometri quadrati, formato dall’evaporazione di un antico lago. Ma quello che fa cornice a tutto ciò sono i mille paesaggi che cambiano man mano che si percorrono le strade polverose, dove le distese di rocce vulcaniche costellano le immense distese aride. Sono i segni di quella che fu la separazione tra il continente africano e quello sudamericano, con gli imponenti sconvolgimenti geologici e le relative attività vulcaniche che hanno fatto si che la Namibia diventasse, quello che io definisco, il paradiso dei geologi.

Omar Fragomeni Specialist Member per la geologia e la paleontologia – Associazione Italiana Esperti d’Africa

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