Tutti pazzi per i turchi

Rieccoci in sella per cominciare un nuovo viaggio on the road, sulle strade calde, caotiche e frenetiche della Turchia, alla scoperta di un paese ricco di contrasti, che saprà stupirci coi suoi mille colori, profumi, aromi e … sorrisi.

Ven. 10/08

Partenza fissata per ven. 10 agosto. Da Milano raggiungeremo Ancona e da qui, in nave, la Grecia. A condividere l’attesa in porto, decine di altri motociclisti con i quali molto volentieri e inevitabilmente faremo amicizia. Dopo una traversata infinita e poco confortevole (bivacco sul passaggio ponte) arriviamo all’indomani a Igoumenitsa, con 6 ore di ritardo … non male! Ma siamo finalmente in terra greca e soprattutto in vacanza! Il passaggio in Grecia per quanto piacevole, sarà assai veloce; giusto il tempo di riposarci un po’, gustare una deliziosa cena in una tipica taverna e trascorrere la notte nello sconosciuto paesino di Komotini.

Dom. 12/08

Oggi, finalmente, entriamo in Turchia! Perdiamo un po’ di tempo alla dogana ma in buona compagnia. In coda abbiamo il primo contatto con la popolazione locale: un simpaticissimo turco che ci impartisce la lezione nr 1 di lingua turca (tesekkur ederim=grazie, merhaba=ciao). La polizia ci dà finalmente il via, così cominciamo a percorrere il tratto di strada che ci condurrà a Istanbul. Il paesaggio è molto diverso rispetto a quello più curato greco; stessa cosa dicasi per le strade. L’arrivo a Istanbul, dove ha appena piovuto parecchio, non è dei migliori: ci accolgono enormi e inquietanti casermoni, segno della rapida esplosione demografica della città, caos e anarchia nelle strade. I 15 milioni di abitanti si vedono tutti! Preso possesso della camera d’hotel, in pieno Sultantahmet, corriamo a vedere la Moschea Blu e S. Sofia. Le luci della sera rendono lo spettacolo ancora più magico! Che meraviglia! Siamo a Istanbul!

Lun. 13/08

Facciamo colazione sulla terrazza dell’hotel Evsen, vista Palazzo Topkapi e inauguriamo le infinite bevute di tè turco (chai). Dedichiamo l’intera giornata a visitare quanto più possibile. Scartiamo, purtroppo, il Palazzo Topkapi che richiederebbe da solo 1 g. intero e Aya Sofia, chiusa il lunedì e puntiamo alla Cisterna Basilica, molto suggestiva e ricchissima di storia e al Gran Bazar, 200mila mq di mercato coperto, oltre 4mila negozi e un’esplosione di colori, sapori, profumi, suoni e voci, che non può lasciare indifferenti.

Quindi alla Moschea Blu, visitabile solo al di fuori degli orari di preghiera. Di una bellezza mozzafiato, coi suoi 6 minareti e le oltre 20mila piastrelle rosse, verdi, turchesi, bianche, nere ma soprattutto blu, del rivestimento interno in ceramica di Iznik, che grazie alla luce che filtra dalle finestre, producono un effetto cromatico unico. Proseguiamo per la Suleymaniye, la moschea voluta dal sultano Solimano il Magnifico, simbolo della sua grandezza e da molti considerata la più sontuosa. Dopo una pausa chai vista Bosforo, prima del calar del sole visitiamo il bazar delle spezie, l’adiacente Ponte di Galata e la Moschea Nuova che ci godremo al tramonto, la cui piazza è crocevia di mondi diversi e ritrovo di venditori ambulanti di pane, pannocchie, dolci, caldarroste, frutta…

Mart. 14/08

Oggi lasciamo a malincuore Istanbul, alla volta di Ankara, capitale politica della Turchia. Abbandoniamo dunque la parte europea per entrare finalmente in Asia, salutati da un delfino che nuota placido nelle acque del Bosforo: dicono porti fortuna! L’arrivo ad Ankara è ancora più traumatico a causa del traffico e del caos. Purtroppo data l’ora tarda non riusciamo a visitare il mausoleo di Ataturk, il padre di tutti i turchi; ci limitiamo a trovare il nostro modesto Yavuz Otel e a mettere un kebap sotto i denti prima che la fine del digiuno (siamo in ramadan) svuoti le riserve dei ristoranti.

Merc. 15/08

La colazione turca è servita: formaggio, pomodori, cetrioli, olive nere, pane e tanto tè, nell’inconfondibile bicchiere a forma di tulipano. Dopo l’arrivederci (a gesti) al simpatico staff dell’hotel, riprendiamo la moto per la Cappadocia, principale ragione del nostro viaggio. La strada che percorriamo è meravigliosa! Finalmente incontriamo la Turchia calda, arida e a tratti desertica che ci immaginavamo. Le bancarelle di frutta non ci abbandonano mai così come le fontanelle d’acqua. Il tramonto che precede l’arrivo a Goreme è spettacolare e dopo una curva, inaspettatamente la Cappadocia esplode in tutta la sua maestosità e bellezza unica. Il nostro Vineyard Cave Hotel ci attende per un soggiorno da 1000 e 1 notte.

Giov. 16/08

Data la mancanza di tempo e le tante cose da vedere, decidiamo di unirci ad un tour guidato. La guida ci darà qualche informazione in più, ad esempio sul nome Cappadocia che pare derivi dalla popolazione dei Cappadoci e sulla storia geologica della regione, il cui suolo di tufo vulcanico, particolarmente tenero, fu originato da ceneri e fango eruttati dai vulcani circostanti e, per effetto dell’erosione provocata dagli agenti atmosferici, subì svariate spaccature dando vita in alcune zone ai famosissimi coni, noti col nome di “camini delle fate”.

Percorriamo dunque la Hilara Valley, splendida vallata dalle pareti scoscese e famosa per le celebri chiese rupestri scavate nella roccia e meravigliosamente affrescate. La seconda tappa è il Monastero di Eski Gumus, vera meraviglia della natura, capolavoro interamente scavato nella roccia. Il sole alto nel cielo ne esalta ancora di più i colori. Da qui alla città sotterranea di Kaymakli, patrimonio Unesco: 8 diversi livelli, di cui solo 4 visitabili, una profondità di 45 mt., scavata per rifugiarvisi durante le incursioni degli invasori e in grado di ospitare fino a 2000 persone.

Sulla via del ritorno ci fermiamo a scattare altre foto da punti panoramici spettacolari, la Pigeon Valley e l’Open Air Museum di Goreme che all’ora del tramonto si colorano di tutte le nuances tipiche della Cappadocia; bianco, rosa, grigio, malva, giallo ocra … La Goreme by night non è il massimo, un po’ troppo turistica ma riusciamo comunque a scovare un bar un po’ decentrato e assai tipico, frequentato solo da locali e per lo più da anziani intenti a bere chai e a giocare al loro passatempo preferito.

Ven. 17/08

In mattinata visita di Cavusin, piccolo e tranquillo villaggio, ai piedi di una muraglia di roccia traforata e scavata e sede della Chiesa di S. Giovanni Battista, vera meraviglia architettonica. Il panorama circostante è mozzafiato; scorci che rubano gli occhi e l’anima. Nel primo pomeriggio a malincuore ripartiamo, lasciando un pezzettino di cuore e la promessa di ritornare e partiamo per Konya, a ca 3 ore di viaggio. Konya, un tempo capitale dal sultanato e città natale di Mevlana, il fondatore dell’ordine dei dervisci rotanti, non ci fa proprio una bella impressione, anzi … Tanta povertà, sporcizia e senso di abbandono e troppi i cani randagi.

Nessuno sembra parlare inglese ma alla fine ce la facciamo ad arrivare al nostro albergo, che si trova in centro e nel bel mezzo di un caotico mercato. Saliti in camera, sentiamo dalla piazza sottostante arrivare urla e grida dei commercianti che cercano disperatamente di vendere la loro mercanzia. Tutto sommato è uno spettacolo divertente. Immancabile cena a base di kebap, pide, ayran (il drink allo yogurt) e chai, in piacevole compagnia di una famiglia turca seduta al nostro stesso tavolo e dopo cena visita al negozio di tappeti di Mustafa, il cameriere del ristorante, dove sorseggiando chai, chiacchieriamo amabilmente con lui e i suoi amici, apprendendo un po’ di più su questo bellissimo popolo.

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