Un set cinematografico naturale: spiagge bianche, palme da cocco e il turchese del mar dei Caraibi. A questo si aggiunge il calore della cultura africana, che anima i mercati locali e s’incarna nella musica reggae. “Ya man”, questa è la Giamaica.
L’agente segreto 007 è nato qui nel 1953. Ian Flemming comprò la tenuta di Goldeneye nel 1946, ma solo qualche anno più tardi trovò l’ispirazione per scrivere quello che divenne Casinò Royal, il primo di una serie di film sull’agente segreto più famoso al mondo. James Bond ( ornitologo realmente esistito autore del libro Birds of the West Indies) è stato concepito in un’ isola delle Grandi Antille estesa come mezza Sardegna. Anche il leggendario Robin Hood, alias Errol Flynn, si trasferì qui. Precisamente a Navy Island, vicino a Port Antonio, che il grande playboy definì “il posto più bello di qualsiasi donna io abbia mai conosciuto nella mia vita”. Una foresta rigogliosa, imponente, esagerata abbraccia ancora oggi i decadenti edifici in stile coloniale georgiano di inizi del Novecento della cittadina. Negli anni Cinquanta il carisma dei due mitici personaggi, uno inglese e l’altro australiano, trascinò qui, nel distretto di Portland, un’ampia schiera di star: Gregory Peck, Liz Taylor, Rock Hudson, Fred Aster e Ava Gardner, trasformando questo angolo di paradiso in una little Hollywood.
Perfino Alfred Hitchcock fece una comparsa sull’isola producendo nel 1939 La taverna della Giamaica. Jamaica Inn. In tempi molto più recenti questo spicchio di Giamaica dorata è stato il buen retiro di Sir Paul Mc Cartney, Madonna, Michael Jackson, Eddy Murphy, Tiger Woods, oltre a Tom Cruise e Elisabeth Shue che qui hanno girato Cocktail, Whoopy Goldberg nel film Clara’s Heart e Denzel Washington in The Mighty Quinn. Anche Harry Belafonte ha dedicato un tributo a Port Antonio con la canzone Banana Boat Song , riferendosi al fatto che alla fine del XIX secolo questo porto è stato la capitale mondiale delle banane. Le imbarcazioni arrivavano dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra piene di turisti e ripartivano cariche di frutti. Ad oggi è il terzo attracco del paese per traffico. Stiamo parlando della Saint Tropez giamaicana dove le sontuose ville sul mare punteggiano la costa fino alla Blue Lagoon, laguna profonda 65 metri in cui convergono l’ acqua dolce e quella salata del mare, creando una tonalità smeraldo vista nel cult-movie dall’omonimo titolo degli anni Ottanta, in cui compariva una Brooke Shields quattordicenne. Da vedere anche Long Bay, insenatura a mezza luna di sabbia finissima lunga un miglio, uno dei migliori spot per surfer. Unica spiaggia gratuita, la Winifred molto frequentata dalle persone del luogo.
La cittadina di Port Antonio pulsa intorno alla piazza principale con la torre dell’orologio e il palazzo di giustizia fatto con gli stessi mattoni rossi che caratterizzano la Christ Church, chiesa anglicana eretta nel 1840. Sulla piazza si affaccia l’animato Musgrave Craft Market, dove si acquistano oggetti di artigianato, colorate t-shirt e cibo in un ambiente in cui aromi e suoni fanno da contorno a banchetti che vendono ogni tipo di mercanzia. Da qui partono escursioni verso le maestose Blue Mountain, dove a oltre duemila metri è coltivata l’omonima qualità di caffè. A metà strada tra Port Antonio e Montego Bay ecco Ochos Rios, il giardino della Giamaica. È un ex villaggio di pescatori immortalato nel film “007 licenza di uccidere” con Sean Connery e Ursula Andress, attrezzato con numerosi dive center per lo snorkeling e le immersioni oltre la barriera corallina. Per lo shopping etnico c’è il mercato di Craft Park. Ochos Rios è considerata la capitale del divertimento e per tante buone ragioni. Nei dintorni si possono fare moltissime attività outdoor da una visita al giardino botanico alla risalita delle cascate Dunn’s River Falls, che arrivano fino al mare e sono considerate tra le più belle al mondo. Come ha fatto James Bond, partendo dalla spiaggia si possono ripercorrere gli ultimi duecento metri andando a piedi tra le vasche di acqua gelida e cristallina. Lì vicino il Dolphin Cove per nuotare con i delfini.
La vera porta d’acceso all’isola è Montego Bay, sulla costa nordoccidentale, quint’essenza dell’anima caraibica dove ogni estate si svolge il Reggae Sumfest, importante festival mondiale legato alle sonorità di Bob Marley, il vero fondatore del movimento reggae cui si ispirano le nuove leve del sound caraibico. All’interno del Montego Bay Marine Park l’immersione più straordinaria è a Widowmaker’s Cave. Sempre parlando di set, a circa 30 chilometri da Montego Bay, a Falmouth, è stato girato il film Papillon con Steve McQueen, Dustin Hoffman e molti abitanti nel cast. Per capire la cultura giamaicana bisogna anche soffermarsi sui sapori. La cucina esalta il mix etnico africano-spagnolo-inglese che convive sull’isola. Alcuni gusti risalgono ai tempi della popolazione dei nativi Taino, i primi abitanti dell’isola, come l’all spice, una spezia che racchiude il profumo di allora, con cannella, chiodi di garofano e noce moscata, che in Francia viene detto quattro spezie; o la cassava, la radice di tubero usata oggi per la preparazione del “bammie”, fresco wafer tostato da mangiare con il pesce fritto. I piatti più frequenti sono pescespada, marlin, tonno arrostito, aragoste giganti, frutti di mare e poi riso bianco da condire con salse piccanti e speziate, piselli, fagioli neri, anacardi, uvetta. La specialità giamaicana per eccellenza è il jerk chicken e il jerk pork, carne di pollo o maiale cotti sottoterra e poi inondati di “pimento di Giamaica” una spezia autoctona molto pregiata le cui foglie ricordano l’alloro, in Italia viene utilizzato per fare il panforte.
Festaiola. Contraddittoria. Romantica. Ecco Negril, la “perla dei Carabi”, sulla costa occidentale. Una passeggiata al tramonto sulla sabbia bianchissima mentre il sole infuocato s’immerge nelle acque cristalline al suono di una chitarra suonata da un rastaman. Non a caso c’è chi dice che Negril è uno stato della mente. Lungo la famosa Seven Miles Beach, 11 chilometri di spiaggia, si alternano ristoranti, hotel, localini e alla fine del lungo arenile spicca il Rick’s Cafè, tra i dieci più famosi al mondo. Non solo per la posizione a picco sulla scogliera, ma anche per lo spettacolo che si ripete ogni sera dove uomini di colore dal fisico scolpito si tuffano da dieci, venti e venticinque metri di altezza con un carpiato che lascia gli spettatori senza fiato. E’ uno dei luoghi più gettonati per aspettare il calare della sera gustando un rum punch, un rum con succo di frutta fresco o la locale birra Red Stripe. Dal 1974 ad oggi è stato più volte distrutto dagli uragani, ma sempre ricostruito mantenendo la stessa anima e lo stesso ambiente. Un must per chi cerca mondanità sull’isola.
Testo Ornella d’Alessio | Foto Giovanni Tagini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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