Saint Thomas isola di coloni, mercanti e avventurieri

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Glamour e chic. Il porto crocieristico più frequentato del Mar dei Caraibi riserva perle inaspettate: colline verdi smeraldo, punteggiate di case bianche, antichi magazzini danesi, castelli pirateschi, fortezze. E poi spiagge incontaminate e anfratti selvaggi.  St. Thomas è tutta da scoprire.

 St. Thomas e la capitale Charlotte Amalie

 Gli abitanti d’origine africana di St. Thomas si chiamano St. Thomians, e Charlotte Amalie è la capitale dell’intero arcipelago con evidente riferimento alla regina di Danimarca, onorata dalla colonia danese. Corre l’anno 1666 e St. Thomas è in mano ai danesi che affrontano la costruzione del forte – oggi integro, perfettamente restaurato e visitabile – Fort Christian con la sue mura rosse: s’affaccia sul St.Thomas Harbor ed è il più antico edificio coloniale dell’arcipelago. Nel corso della sua storia ha accolto soldati, prigionieri, il governatore che qui risiedeva ed infine anche i fedeli della chiesa luterana. Tutt’intorno si sviluppa la zona di edifici amministrativi odierni, che un tempo servirono da alloggi per i militari danesi. Storicamente è qui che l’arcipelago viene consegnato dalla Danimarca agli Stati Uniti, nella mani della Marina Americana nel 1917, insediandovi il suo quartier generale a protezione del traffico navale in direzione del Canale di Panama, durante la seconda guerra mondiale.

Scalinate e ville di mercanti

L’antica storia di Charlotte Amalie si definisce nella sua urbanistica e architettura: viuzze strette, pavimentate a ciottolato con antichi nomi danesi, magazzini coloniali d’antica terra cotta e pietra corallina dove le Danish West Indies stoccavano le pregiate merci per il Vecchio Mondo. Viali attraversati da brezze dolci dei tropici, vecchie mura, vecchi mattoni e scalinate di pietra, tra le quali spiccano gli iconici gradini di mattone 99 Steps costruiti dai danesi nel 1700 e che conducevano ai quartieri residenziali in cima alla collina. Qui infatti si trovavano le dimore dei mercanti danesi la cui comunità si sviluppò nel 18° secolo: case di mattoni che dalla Danimarca sui vascelli raggiungevano i tropici. Una posizione privilegiata, baciata dagli alisei, lontana del traffico portuale e dal mercato degli schiavi. A testimonianza si ergono ancora tre dimore coloniali danesi, Villa Notman, Britannia House e Haagensen House con i pregiati arredi d’epoca in stile caraibico, originale spaccato abitativo dei primi ‘800. Government Hill è anche nota con l’antico nome di Kongens Quarter, il Quartiere del Re. Oggi sorge il palazzo del Governatore dell’arcipelago con il suo edificio neoclassico bianco e di legno di mogano costruito nel 1867 che oggi esibisce le targhe incise a caratteri dorati con i nomi dei governatori delle US Virgin Islands.

Oggi dell’antico dominio danese e del suo potere coloniale rimane la testimonianza del Consolato Danese costruito nel 1830, all’angolo di  Bjerge Gade e Crystal Gade con Denmark Hill.

 Frenchtown

Un terzo dei Frenchie vive in un piccolo villaggio di pescatori, oggi noto col nome di Frenchtown. È un concentrato di ottimi ristoranti, di abitazioni e di piccole imbarcazioni per la pesca ormeggiate lungo il porto, una volta conosciuto come Cha-Cha Town. Era il tempo in cui gli abitanti del villaggio parlavano uno strano patois, un misto di francese, inglese e creolo. Ma ancora più curiosi erano i loro costumi, a cui alcuni rimangono ancora tenacemente legati: le donne vestite in lunghi abiti neri, gli uomini con i calzoni arrotolati fino alle ginocchia, indossavano entrambi cappelli di paglia e non calzavano scarpe. Le loro case sono generalmente composte da appena due camere. Se vi capita di passare tra le vie di Frenchtown di notte, potreste scorgere dalle finestre aperte, tese tra le pareti della stanza, delle amache, che sono ancora oggi il giaciglio preferito dei Frenchie di Frenchtown. Di giorno, invece, si può trovare ancora qualche anziano seduto sulla porta di casa, intento ad intrecciare oggetti e manufatti di paglia. C’è persino un museo dedicato alla comunità: il French Heritage Museum. Contiene suppellettili, oggetti, costumi della loro tradizione a St. Thomas.

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Per informazioni

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Come arrivare

Sia sull’isola di St. Thomas che su quella di St. Croix ci sono aeroporti internazionali. Le USVI possono essere raggiunte con voli di circa due ore dagli Stati Uniti continentali. I turisti possono raggiungere i luoghi di villeggiatura o le città in pullman o in taxi. Il modo migliore per visitare le isole è in barca.

Quando andare

Il periodo di alta stagione va da dicembre a maggio. Il clima è subtropicale, temperato dai venti alisei. Le temperature vanno dai 22 gradi di minima notturna invernale, ai 31 di massima estiva diurna.

Visti: Le norme di accesso alle Isole Vergini americane sono le stesse che regolano l’ingresso negli Stati Uniti. Il passaporto deve avere una validità residua di almeno sei mesi oltre il periodo di permanenza nelle isole. Il nuovo Visa Waiver Program consente ai cittadini italiani e di molti paesi di visitare le isole Vergini americane per un periodo massimo di 90 giorni senza il visto statunitense, presentando il solo passaporto valido.

Religione: 42% battista, 34% cattolica, 17% episcopale, 7% altre religioni

Prefisso telefonico: Prefisso internazionale + 1 + 340 + le sette cifre del numero locale. Il prefisso per chiamare l’Italia è 01139 oppure; attenzione il prefisso 0039 non funziona.

Fuso orario: 3 ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich.

Valuta: dollaro americano (US$).

Corrente elettrica: 110 V.

 

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