Natale ‘manifesto’ in Engadina

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La Svizzera è un piccolo Paese sistemato nel cuore dell’Europa; il Canton Grigioni, trovandosi a sinistra, è il cuore della Svizzera; l’Engadina infine può essere considerata come il cuore del Grigioni. Fra tutti questi ‘cuori’ turistici, non è difficile orientarsi. Rappresentano l’essenza della tradizione del turismo internazionale ‘documentato’, specie in concomitanza con il periodo natalizio. Non è certo l’unica, l’Engadina, ad aver quasi inventato quei meravigliosi manifesti, il più delle volte affidati a disegnatori e pittori di chiara fama, quando la fotografia compiva i primi passi; la valle elvetica è comunque sempre stata tra le più attive nel far conoscere, per mezzo di coloratissimi ‘messaggi’ da incollare sui muri o da presentare incorniciati nei luoghi più diversi,con lo scopo di invogliare le persone a trascorrere le vacanze in generale e quelle invernali in particolarefra le località più rinomate del Cantone: St. Moritz, Pontresina, Silvaplana, Davos, Flims, Arosa, Kloster, Samnaun, Zernez, la Val Bregaglia ritratta dal Segantini e cento altri luoghi distribuiti (a scendere) dall’alta Engadina del Passo del Maloja, giù, lungo la bassa Engadina sino all’ingressoin Austria del fiume Inn.

Natali ‘dipinti’ a splendidi colori che fanno parte della storia turistica del Grigioni. Soni i manifesti vintage che oggi sono entrati di diritto nel collezionismo mondiale che non conosce soste ed è appannaggio di una fitta schiera di appassionati, interior designers, decoratori. La famosa casa Christie di Londra ha per prima aperto la strada agli scambi, alle aste (nel 1982); da allora, tre volte all’anno, vengono offerte ai collezionisti vendite di affiched’autore sotto la supervisione di una specialista del settore, NicoletteTomkinson, alla quale spetta il compito di individuare i filoni più richiesti datati tra il XIX e il XX secolo. Nel caso dei ‘prodotti’ del Grigioni, spiccano per l’appunto i manifesti e le locandine che illustrano le réclame di viaggi e turismo, quelle degli sport e delle località invernali. Sono aste ‘costose’, a seconda del nome degli autori e dei soggetti proposti; mediamente, le quotazioni variano dalle mille alle centomila Sterline. Tra i più ricercati, un gruppo di cartelloni delle stazioni sciistiche svizzere grigionesi, disegnati e stampati in occasione della inaugurazione delle piste sciistiche di Davos e St. Moritz, tra il 1864 e il 1865, quando, per primi, gli amanti della montagna britannici frequentarono questi luoghi. Famosi i lavori del cartellonista Carl Moos per St. Moritz e l’Engadina e di EmilCardinaux per Davos, entrambi valutati dalle 18mila alle 22mila Sterline. Non semplici ‘pezzi di carta’, come si può vedere; ma apprezzati capolavori, appunto, ‘vintage’.

Zone di un turismo d’élite, quelle del Grigioni, che hanno finito per accantonare ogni motivo per rimpiangere i ‘bei tempi andati’, se si considera lo sviluppo urbanistico – specie quello di lusso – delle aree maggiormente frequentate e famose (Davos, St. Moritz). Il Premio Nobel per la Letteratura Hermann Hesse veniva spesso in Engadina e soggiornava all’Hotel Waldhaus di Sils-Maria. Non aveva mancato di annotare, già nel 1909, come la valle fosse soggetta a un vivace e progressivo‘…sfruttamento delle aree, occupazione del suolo con grandi e piccoli complessi residenziali; moltissime case vengono abitate soltanto per pochi mesi, anzi spesso soltanto per alcune settimane, e i nuovi  coabitanti delle comunità vallive, sempre più numerosi, rimangono per lo più estranei ai vecchi residenti di cui essi hanno comperato, in parte, la patria’.Esattamente quello che accade ancora. A contendersi oggi la valle, le proprietà più esclusive, finita l’era dei britannici, dei tedeschi e dei francesi, sono oggi soprattutto italiani e russi, con il solito contorno di arabi. Nel panorama edilizio ‘corposo’ e onnipresente, spicca comunque la Chesa Futura (chesasta per ‘casa’, in lingua Rumantsch) opera dell’architetto Sir Norman Foster, inaugurata nell’anno 2003. I locali la chiamano ‘la casa zucca’. Sicuramente una costruzione insolita, ipertecnologica e costosissima. Una scultura a forma d’uovo rivestita di scandole di legno; una struttura che sfida la forza di gravità e che, prima o poi, verrà immortalata in uno dei famosi ‘manifesti’ del Grigioni.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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