Amano definirsi l’arcipelago del sorriso, per via della cordialità spiccata dei loro abitanti. Nel Paese più cattolico al mondo le influenze storiche hanno plasmato costumi e abitudini, creando quell’amalgama di tradizioni folcloristiche ed enogastronomiche oggi ancora autentiche.
Il panorama artistico e culturale è la fotografia delle Filippine dove , nel corso dei secoli, le influenze di usi, costumi e tradizioni dei popoli che si sono succeduti sull’arcipelago, si sono amalgamati in modo quasi omogeneo. Ogni settore artistico-culturale mantiene tracce della dominazione spagnola, dell’intervento di evangelizzazione, della presenza americana. Il quadro linguistico, per esempio, bene rappresenta questo mosaico di presenze con oltre 80 lingue, che costituiscono il ramo settentrionale del gruppo indonesiano nella famiglia austronesica, tra cui il cebuano, l’ilocano, il bicolano e il tagalog. Proprio quest’ultimo, ribattezzato pilipino (filippino) e da sempre lingua della capitale, è oggi lingua nazionale al pari dell’inglese, mentre è praticamente estinto l’uso dello spagnolo.

Anche l’architettura mostra i segni dell’articolato mosaico culturale: le chiese, le moschee, la case tradizionali sul mare, i moderni grattacieli e i fast food si susseguono e si alternano dando vita a un panorama variegato ma omogeneo nelle linee guida. In questo senso pure la lista dei siti Patrimonio UNESCO testimonia le diverse influenze culturali del Paese: nella lista si trovano le chiese barocche delle Filippine; le risaie a terrazza delle cordigliere filippine; la Città storica di Vigan. E ancora la musica e la danza, ambiti artistici in cui agli stili, alle composizioni e agli strumenti tradizionali, mantenuti e salvati anche grazie all’attività di numerosi artisti e formazioni giovani, nel corso del XX secolo si è affiancato un ampio numero di interpreti di musica colta, come Felipe P. de Leon e di cantanti pop: Kyla, Lani Misalucha e il gruppo Rivermaya.
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Nel vasto quadro di genti e di tradizioni culturali spicca l’influenza della cultura spagnola, diffusa in profondità con l’opera di evangelizzazione forzata dei sec. XVI-XVIII. Per numero, durata e vistosità di manifestazioni il Paese eguaglia, se non supera, la cattolicissima Spagna. Molto seguite sono anche le parate celebrative di solennità civili e storiche, con apporti (come le majorettes) del folclore statunitense. Al vivo gusto per lo spettacolo si ricollega anche la passione popolare per i combattimenti di galli, allestiti in apposite arene. Matrimoni e altre circostanze offrono l’occasione, sempre meno seguita, per indossare i vestiti tradizionali di ispirazione spagnola, come l’elegante terno. Il barong tagalog, sottile e fresca camicia di stoffa di fibre di ananas, è l’abito tradizionale maschile, non completamente sostituito dall’abito all’europea. Nel folclore filippino si distinguono i canti funebri (sambitan) e nuziali (diona), e i canti di lavoro, cui si aggiungono canti e danze di derivazione spagnola. Tra gli strumenti più usati, il bajo de uña e la bandola, entrambi a corda pizzicata.
Le Filippine sono uno dei due Paesi dell’Asia a maggioranza cristiana (l’altro è Timor Est). Il 94% della popolazione è di fede cristiana e di questi l’81% sono cattolici mentre i restanti appartengono a un gran numero di chiese minori tra le quali la evangelica (2,8%) e la Iglesia ni Cristo (2,2%). Il Natale a questo parallelo ha dell’ incredibile. Comincia a settembre e termina tardi, a fine gennaio. Le decorazioni di Natale abbelliscono ogni angolo del paese: la più importante è
la “parol” , una lanterna che simbolizza la stella che ha condotto i Re Magi al presepe, è affissa alle finestre di ogni casa. Fra le tradizioni c’è la Misa de Gallo, una messa celebrata per 9 giorni alle 4 del mattino. Dopo la messa, bisogna mangiare i “bibingka” e i “puto bumbong”, dei dolci fatti di riso, e venduti sul sagrato della chiesa. Carina anche la Panunuluyan: durante la serata del 24 dicembre, questa tradizione richiama la ricerca di un alloggio da parte dei genitori di Gesù. Una coppia, vestita da Giuseppe e Maria, bussa alle porte delle case e chiede agli occupanti di lasciarli entrare. Come ha detto la Bibbia, la coppia non trova alloggio. Il “panunuluyan” termina quando la coppia si reca in chiesa prima che inizi la messa, la “misa de Aguinaldo”. Non mancano i tradizionali canti di Natale. La gente si reca in varie case per cantare davanti alle famiglie. In cambio si dà ai cantori del “salabat”, una bibita calda fatta di zenzero e dei“kakanin”, dei dolci al riso. Anche la Pasqua ha rituali molto sentiti che ricordano la Passione di Cristo.
Con una popolazione stimata di circa 85.000.000 di abitanti nel 2005, le Filippine sono il dodicesimo stato al mondo. Due terzi degli abitanti complessivi vive nell’isola di Luzon e l’area metropolitana di Manila con più di 11 milioni di abitanti è l’undicesima al mondo. Il gruppo etnico dei Negrito, geneticamente simili agli attuali abitanti delle isole Andamane, è considerata la popolazione originaria dell’arcipelago. Le Filippine contano un grandissimo numero di etnie diverse sul proprio territorio. Sono nella stragrande maggioranza popolazioni di origine austronesiana differenziate quasi esclusivamente dalla lingua. Da notare anche la presenza di diversi gruppi tribali, tutti numericamente poco significativi, che si caratterizzano per non aver subito né l’influenza della cultura cristiana né di quella musulmana. Infine vanno segnalati almeno altri due gruppi di entità notevole, rappresentati dai meticci (mestizos) di origine spagnola (più di 2.000.000) e cinese (più di 1.000.000), due popolazioni massicciamente presenti nell’arcipelago da secoli, per motivi essenzialmente politici ed economici.Primi dieci gruppi etnici delle Filippine sono : Bisaya; Tagalog; Ilocani; Hiliganon; Bicolani; Waray-Waray; Kapampangan; Ispanofilippini; Albay Bicolani; Panggasinan.
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Le manifestazioni letterarie tradizionali preispaniche consistono in canti, formule magiche, incantesimi, recitati durante la semina e il raccolto o per altre occasioni o celebrazioni importanti, nonché in una ventina di epiche di varie etnie. Poche di queste sono state finora trascritte e tradotte in inglese, come i lam-ang degli Ilocani, hudhud degli Ifugao (Luzon) e tawaang dei Manuwù (Mindanao). Fra i canti, notevoli i talindeo (canti dei barcaioli), i kumintang (canti guerreschi) e i kundinam, versi d’amore, da classificare fra le migliori creazioni popolari filippine. L’avvento degli Spagnoli ha dato un’impronta europea alla cultura delle Filippine, unica per un paese asiatico. Alcuni tipi di teatro e di poesia rivelano chiaramente tali influenze. Così il moro-moro (o comedia) del sec. XVIII, rappresentazione melodrammatica delle vittorie cristiane sui musulmani (da menzionare Don Gonzalo de Cordoba, 1831, di A. Fajardo). Così il corrido, ballata cavalleresca tipicamente ispanica adattata al tagalog. E soprattutto l’awit, poema in endecasillabi, che esprime il meglio della letteratura tagalog premoderna,

Nel sec. XX le diverse sollecitazioni estetiche delle correnti artistiche europee e americane hanno offerto stimoli e impulsi nuovi agli artisti filippini delle generazioni operanti nel secondo dopoguerra, raccolti attorno all’Associazione Artistica Filippina, costituitasi nel 1948. Fra questi meritano un cenno Victorio C. Edades (1895-1985), considerato il padre della pittura moderna filippina, Napoleon Abueva (n. 1930), tra i massimi scultori, e Carlos V. Francisco (1914-1969), membro con Edades e G. Ocampo ( 1913-1985) del “Triumvirato”, Ang Kiukok (1931-2005). La produzione contemporanea, tesa al conseguimento di una propria identità creativa, è caratterizzata da un lato dallo sviluppo della tecnica del mosaico e dalla diffusione dei murales di derivazione messicana, dall’altro dalla reinterpretazione, secondo i colori e la sensibilità locali, delle iconografie religiose occidentali, in particolare il tema della madre e del bambino, leitmotiv dell’arte filippina. Vive e produttive restano le arti della scultura lignea, soprattutto nelle regioni montane, e marmorea.
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Nel settore della musica il principale interprete della musica classica filippina è Felipe P. de Leon. La musica popolare è caratterizzata per lo più dal genere pop, i cui maggiori esponenti sono Kyla, Lani Misalucha ed i Rivermaya. l tamburo delle Filippine, ovvero il dabakan, ha un posto importante. Il legno da cocco è usato per fare la cornice. La membrana del tamburo è coperta con la pelle di mucca o serpente. Il tamburo è usato per tenere il ritmo dell’insieme di kulintang. Un paio di bastoni di bambù o malacca colpisce la cima del tambour. Il dabakan è il solo strumento dell’insieme di kulintang che non è un gong.
A tavola si rivela molto chiaramente l’incontro tra la cultura europea (specificatamente spagnola) e quella asiatica. Un vero e proprio mix tra prodotti quali pomodoro o aglio, sconosciuti alla tradizione filippina, e alimenti quali zenzero, latte di cocco, curry e in generale tutte le modalità di preparazioni in agrodolce; e, ovviamente, pesce, cocco, riso e frutta. Il chorizo, per esempio, è la tipica salsiccia spagnola, entrata ormai nella tradizione culinaria delle isole. Il bibingka è il piatto tipico natalizio, una sorta di torta a base di riso e verdure stufate. L’adobo, invece, prevede un tipo di cucina del maiale cotto allo spiedo lentamente e condito con salsa di soia, alloro e aceto. La maggior parte dei dolci prevedono la frutta come ingrediente principale. La halo halo è un dessert a base di frutta, riso e latte condensato, mentre il banana cue è composto da fettine di banana impanate nello zucchero di canna e poi fritte. Un contorno tipico, oltre alle verdure, è la papaya acerba accompagnata da riso e pasta di gamberi.
Le coloratissime Filippine col suo popolo sempre sorridente hanno un calendario ricchissimo di feste che si articolano per tutto l’anno. Il più famoso e importante è senza dubbio l’Ati -Atihan Festival, una kermesse in gennaio che dura una settimana. Sulle strade, dall’alba al tramonto si alternano riti cattolici e rituali indigeni. In ottobre invece a Bacolod, nell’isola Negros, la popolazione si scatena nel MassKara Festival, indossando maschere sorridenti (mascara) e ballando nelle strade.
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Testo di Graziella Leporati, foto Shutterstock. Riproduzione riservata Latitudeslife.com
Info utili sulle Filippine
Per informazioni consultare il sito ufficiale di Philippines Department of Tourism
Documenti
I viaggiatori di nazionalità italiana non necessitano di visto d’ingresso per soggiorni inferiori ai 21 giorni. Basta esibire all’arrivo il passaporto con una validità residua di almeno sei mesi e il biglietto aereo di andata e ritorno o di proseguimento del viaggio.
Sicurezza
si consiglia di affidarsi ad agenzie di viaggio specializzate. S sconsigliano viaggi improvvisati e fai da te e comunque è bene consultare il sito Viaggiare Sicuri prima di intraprendere il viaggio.
Salute
L’assistenza nelle strutture sanitarie pubbliche non è eccellente. Di migliore livello sono le strutture private, soprattutto nei grandi centri, pur se di costo elevato. Si consiglia di stipulare una polizza di assicurazione sanitaria già prima di partire.
Come arrivare
Si vola su Manila e Cebu. Le Filippine sono collegate con molte città asiatiche e con l’Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti.
Quando andare
Il periodo migliore per visitare le Filippine è tra la metà di dicembre e la metà di maggio, quando non ci sono uragani; Gennaio e maggio sono i mesi delle fiesta, mentre marzo e aprile sono i mesi migliori per vedere le risaie a terrazza di Luzon.
Fuso orario
+7h rispetto all’Italia; +6h quando in Italia vige l’ora legale.
Lingue
Sono due le lingue ufficiali, il filippino e inglese. Ma l’arcipelago ha più di 75 grandi gruppi linguistici, con più di 500 dialetti.
Moneta
La moneta nelle Filippine è il Peso (PHP) e il Centavo. La valuta estera può essere scambiata in albergo, e nella maggior parte dei grandi magazzini, banche e negozi autorizzati. Lo scambio di denaro in qualsiasi altro luogo è illegale.
La maggior parte dei grandi negozi, ristoranti, hotel e resort accettano le principali carte di credito.
Energia elettrica
220 volt è lo standard comune.
Religione
Vanta la nomea di paese più cattolico al mondo. Per approfondimenti sugli aspetti della religione e del folclore si rmanda al capitolo dedicato.
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