Very Slow Italy a Castel San Pietro Terme

La vita rallenta a Castel San Pietro Terme dove questo fine settimana è in programma  la 13esima edizione della fiera delle Cittaslow. Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, è la città che coordina la rete Italia delle Cittaslow. Essere Cittaslow (in Italia sono circa 80) significa rispettare la lentezza. Lentezza che viene intesa come ricchezza, bellezza, tutto a misura d’uomo. Lentezza che si gusta a tavola ma anche a passeggio e nella vita quotidiana. Per celebrare questa “lentezza”, fino al 22 aprile a Castel San Pietro Terme si svolgerà la 13esima edizione di “Very Slow Italy”: la fiera delle Cittaslow, dall’enogastronomia al vivere sostenibile. Ricco e articolato il programma, soprattutto per quanto riguarda la parte enogastronomica che avrà il suo focus in “Very Wine”. Percorsi enogastronomici, degustazioni di vini in abbinamento a piatti tipici del territorio presso le ottime cantine Umberto Cesari, Dalfiume Nobilvini, Fratta Minore, Sgarzi Luigi.  e assaggi guidati di mieli sono i punti di forza di questa gustosa kermesse . Un evento che  fornisce un’ottima occasione per visitare Castel San Pietro Terme, al confine tra Emilia e Romagna, una località rinomata per il suo stabilimento termale, il nuovissimo campo da golf a 18 buche e il centro ippico. L’origine delle cure termali a Castel San Pietro risale al 1337, anche se il primo vero e proprio stabilimento termale è sorto nel 1870, e già allora si caratterizzava per l’approccio medico/scientifico. La simpatica e allegra cittadina è caratterizzata dall’emergente Golf Club Le Fonti, dalle apprezzate Terme con una bella zona alberghiera, dal frequentato e verdissimo Parco Lungo Sillaro (con escursioni per 5-10 km a piedi e 30-50 km in mountain bike), e dal suggestivo  centro storico, con tanti negozi sotto i portici e le trattorie all’ombra del Cassero. Da non perdere il borgo dipinto di Dozza,  il Cassero, il monumento che segna ufficialmente la nascita di Castel San Pietro nel 1199, come baluardo a difesa del territorio di Bologna; l’Arena estiva, costruita negli anni ’30 in viale Terme, anch’essa ristrutturata e riaperta negli ultimi anni; e il Ponte sul Sillaro, lungo la via Emilia, esistente già al tempo di Traiano, nell’anno 100 d.C.

Le Terme di Castel San Pietro  risalgono al 1870 e forniscono servizi di terapie termali, terapie e trattamenti riabilitativi e di fisiochinesiterapia, trattamenti estetici e di benessere e di medicina estetica, e le relative attività di diagnostica medica. Nel parco si trova un’antica fonte sulfurea.  L’acqua utilizzata è sia solfurea che salsobromojodica. In armonia con le attività farmacologiche riconosciute a queste acque, i gruppi di patologie più importanti per le cure termali sono quelli delle malattie respiratorie, osteoarticolari e vascolari. Negli ultimi anni inoltre accanto alle cure termali tradizionali si sono particolarmente sviluppati il settore del benessere e quello della riabilitazione, anche se le prime rappresentano il gruppo di trattamenti più importanti. Ѐ presente anche il settore del benessere e dell’estetica.www.termedicastelsanpietro.it

Fra castelli e rocche

Partendo da Castel San Pietro Terme si può visitare il Cassero, la più antica costruzione della città, realizzato a partire dal 1199 e risistemato e ristrutturato in molteplici occasioni. Proseguendo, vale la pena di visitare Dozza, situata sulle colline, con la sua rocca e l’Enoteca Regionale, e la rocca di Imola. Proseguendo l’itinerario lungo la vallata del Santerno si incontra Castel Del Rio, con il castello all’interno del quale una parte è stata adibita a museo della guerra. Da qui, attraverso la vallata del Sillaro, si può tornare agevolmente a Castel San Pietro Terme per via Tanari, oltre 13 chilometri in direzione di Montecalderaro, la zona più elevata del territorio comunale, posta a oltre 600 metri s.l.m. Strada facendo si incontreranno le frazioni di Liano, con la chiesa di San Mamante, la frazione di Vedriano e infine Montecalderaro. Lungo il percorso, in più tratti è possibile ammirare i “suggestivi calanchi”, con una scarsa vegetazione, alternati a boschi verdeggianti e a macchie di ginestre e sulla. Giunti a Montecalderaro si possono visitare i ruderi della vecchia chiesa di San Martino, abbattuta durante la seconda guerra mondiale. Per il ritorno si possono scegliere diversi itinerari: la discesa a Monterenzio e nella vallata dell’Idice, o la discesa, attraverso via Montecalderaro (con una sosta al Santuario della Madonna del Lato) a Varignana, dove si può visitare la millenaria Cripta romanica, recentemente restaurata, sottostante la chiesa di San Lorenzo. Percorrendo invece via Montecerere, si ritorna a Castel San Pietro Terme lungo la vallata del Sillaro.

Golf Club Le Fonti

Il Golf Club Le Fonti (18 buche – par 72 – 6480 metri) è di proprietà comunale e si estende ai piedi delle colline della vallata del Sillaro su un terreno di circa 60 ettari, adiacente alle Terme e al parco del laghetto Scardovi, in una straordinaria cornice naturale. Oggi è uno dei campi più rinomati a livello nazionale per aver disputato 5 competizioni a livello internazionale e nel 2016 il Campionato nazionale open Professionisti. Vanta ben 800 soci, un primato nazionale per campi a 18 buche, inoltre ha il primato di presenze straniere provenienti dal club di prodotto Emilia Romagna Golf per gli anni 2015 e 2016. Il circolo è noto a livello nazionale per le promozioni per l’avviamento al gioco del golf a soli 99 euro (compreso il nolo gratuito di tutte le attrezzature), tanto che da quest’anno la Federazione Italiana Golf le ha adottate quale miglior strumento di promozione sportiva per tutti i circoli italiani. I corsi di avviamento al golf sono aperti tutto l’anno. L’impianto dispone di un’ampia gamma di servizi e di un qualificato ristorante che sviluppa con arte la vocazione gastronomica del territorio. Il percorso particolarmente lungo per i professionisti, risulta invece estremamente divertente per i dilettanti. www.golfclublefonti.it .  Per informazioni: Tel. 051.6954112 – ufficioturismo@cspietro.it;  www.imolafaenza.it

Testo e foto di Graziella Leporati

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