
Primo stato indiano interamente bio, il Sikkim è uno scampolo verde stretto tra Buthan e Nepal, pasciuto sotto le vette buddhiste dell’Himalaya. A Ganktok la frenesia delle megalopoli indiane cede il passo a vallate serafiche, terrazze che disegnano paesaggi ordinati e templi sospesi su cieli benedetti.
C’è una conversione in corso. Dall’alto degli Himalaya l’eco del secondo stato più piccolo dell’India si ode forte: il Sikkim, stretto, minuscolo eden verde sorvegliato dal sacro Kangchenjunga, oggi è paradiso bio. Un paese genuino, semplice che ha fatto della resilienza il suo punto di forza.

Le foreste ammantano lo stato forse meno indiano del Paese, abbracciato da quei piccoli regni celestiali di Buthan, Nepal e Tibet che lo tengono sospeso sotto lo sguardo lontano di mamma India. Nebbia e nuvole ovattano le vette mistiche più alte al mondo, in un crescendo di paesaggi bucolici che arriva a 8000 metri.
Gangtok, la capitale è adagiata a circa 1600 metri. L’altitudine e la lontananza da vie di comunicazioni importanti l’hanno preservata dal destino di grande agglomerato urbano e, seppur vagamente disordinata, è una città tranquilla. E green, almeno a suo modo. Verdi sono le case infilate l’una dietro l’altra nel piccolo centro urbano. Verde, emblema di pulizia, ordine. E forse speranza. Di rendere, se non altro, in qualche modo attrattiva una città dove il cemento si stempera sull’orizzonte possente del Kangchenjunga, la terza montagna dopo l’Everest e il K2. Più che per l’architettura urbana, Gangtok è importante per essere un notevole centro di cultura buddhista tibetana, con un numero di monasteri importanti.

Merita la visita il Namgyal Institute of Tibetology, un museo completato nel 1958 che è il principale istituto di studi buddhisti tibetani al di fuori del Tibet. Da qui si può salire sulla funivia nella vicina stazione di Damovar Ropeway e ammirare la città dall’alto. Ma il miglior punto panoramico sulla città è a sei chilometri, a Ganesh Tok, un tempio da cui godere della vista meravigliosa sulle valli dopo aver magari sorseggiato un tè nel caffè piccolissimo. Chi ha fame può invece provare i momo, deliziosi ravioli al vapore accompagnati da salsa di peperoncino e minestra calda, ottimo per scaldarsi.

Qui vicino c’è anche l’Himalayan Zoological Park dove si possono osservare i leopardi delle nevi e i panda rossi. Tra gli highlights c’è poi lo Stupa Do Drul Chorten dove si conservano le reliquie di Kangyur e Dorjee Phurba e altri oggetti religiosi. Natura e misticismo sono le due componenti forti di questo effimero territorio. Conifere, corsi d’acqua sinuosi, prati verdeggianti, rocce e monasteri e luoghi di culto che mettono radici dove riescono. Il più grande monastero del Sikkim è a circa 20 chilometri da Gangtok. Il monastero di Rumtek fu costruito sotto la direzione di Changchun Dorje durante la metà del 1700 e dopo un periodo di abbandono e degrado, l’edificio è tornato a splendere in tutta la sua bellezza.

Lasciandosi alle spalle la città si arriva a quell’incantevole specchio lacustre del lago Tso Lhamo, una pozza blu cristallo che attira migliaia di uccelli migratori a circa 4 chilometri dal confine con la Cina. Il modo migliore per esplorarlo? Partecipando a uno Yak safari, un tour esplorativo in sella al mammifero autoctono degli altipiani tibetani. Oppure più semplicemente scarpinando, prendendo parte ai numerosi trekking. Ce ne sono veramente per tutti, è ovvio che se si è mediamente esperti c’è da divertirsi. Lontani ormai da Gangtok, a circa 150 chilometri, chi ha gambe allenate nella bella stagione può spingersi sino alla Yumthang Valley, a più di 3500 metri d’altezza, un tappeto fiorito a perdita d’occhio conosciuto anche come Valle dei Fiori.

Per gli amanti del rafting la rotta è segnata dal Tista, il fiume tortuoso color smeraldo che fende il Sikkim. Una scarica di adrenalina pura. Eppure la sfida forse più ardita è quella di sorvolare gli già alti valichi. Una scommessa che intriga in molti, visto il successo del Sikkim Parapendio Festival di ottobre e novembre. Del resto, più in alto di qui c’è solo l’altro mondo.
Testo di Francesca Calò, foto di Eugenio Bersani |Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
INFO UTILI
Informazioni utili
Sul sito Incredible India si possono trovare tutte le informazioni per il vostro viaggio
Come arrivare
Per arrivare in Sikkim bisogna volare su Nuova Delhi, India. Da Delhi bisogna poi volare di nuovo verso Bagdogra, nel Bengala Occidentale. Qui affittare una macchina o salire su un autobus verso Gangtok, la capitale del paese.
Quando andare/Clima
Il Sikkim è soggetto al monsone, di conseguenza il periodo migliore per recarvisi è quello che va da metà settembre/fine novembre fino alla metà del mese di maggio.
Dove mangiare
A Gangtok è possibile richiedere la cena tradizionale del Sikkim che consiste in numerose portate di verdure accompagnate da riso, zuppa, e pollo, servite con la tumba, una deliziosa bevanda di miglio fermentato che viene preparata in un bicchiere di bambù direttamente al tavolo. Nel resto del paese si mangia in semplici ristorantini lungo la strada dove il piatto unico consiste in riso saltato con verdure e carne, accompagnato da birra o te. Un pranzo costa in media meno di 2 euro per persona.
Fuso orario
+ 4.45 ore rispetto all’Italia.
Documenti
Passaporto con almeno sei mesi di validità, visto per l’India e permesso speciale per il Sikkim da richiedere ai consolati in Italia.
Vaccini
Nessuno obbligatorio
Lingua
nepalese, indiano, inglese.
Religione
buddhismo e induismo.
Moneta
Rupia del Sikkim.
Elettricità
220Volts.
Telefono
Per chiamare in Sikkim bisogna digitare il prefisso 0091. Acquistare una scheda telefonica locale con traffico voce e internet è in genere la soluzione più economica. In alternativa si possono consultare le tariffe estere previste dal proprio operatore mobile in Italia.
Abbigliamento
Si consiglia un abbigliamento sportivo, scarpe da montagne e in generale abbigliamento da trekking.
Link utili
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