Una è la “Manhattan sulla Mosa”, l’altra la città per eccellenza delle biciclette: Rotterdam e Utrecht, all’avanguardia la prima, d’impronta medievale la seconda. Così diverse seppur uguali. A spasso per le due città acquatiche dei Paesi Bassi.
Testo di Sonja Vietto Ramus foto di SVR e Massimo Valentini
Se lo skyline di Rotterdam è fatto di grattacieli, ponti e musei dal design singolare è colpa (o merito, a seconda di come si guardi a questa trasformazione architettonica) della storia, di quando i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale distrussero la città, poi ridisegnata da grandi architetti.
Utrecht, invece, le cui origini risalgono addirittura all’epoca dell’imperatore Claudio – furono infatti i romani a posare la prima pietra della futura città-, racconta un passato diverso, più spensierato, che le ha permesso di mantenere intatto il prezioso patrimonio di palazzi, torri e castelli d’impronta medievale.
Così diverse nell’aspetto, queste due città dei Paesi Bassi, distanti fra loro, geograficamente parlando, una settantina di chilometri, sono in realtà l’una lo specchio dell’altra.
A unirle è un filo d’acqua che scorre lento e ne scandisce i ritmi. Con una parola d’ordine: sostenibilità.
Il birrificio sulla Mosa
A Rotterdam, nella zona di Merwe-Vierhaven, in una vecchia area sul lato destro del fiume Maas, un tempo il più grande porto di frutta del mondo, c’è oggi un birrificio artigianale: lo Stadshaven Brouwerij.
In un vecchio magazzino di oltre 5mila metri quadrati, dal 2021 si producono annualmente 2 milioni di litri di birra, numeri che fanno di questa azienda la seconda più grande birreria artigianale indipendente dei Paesi Bassi. “Il birrificio dispone di 19 serbatoi di fermentazione con una capacità totale di stoccaggio di quasi 200mila litri -spiegano i proprietari- La storia delle nostre birre si ispira a quella delle navi frigorifero che da un secolo portano a Rotterdam merci esotiche, fra cui proprio la frutta, protagonista dei nostri prodotti”.
Allo Stadshaven tutto è improntato sulla sostenibilità ambientale: dai pannelli solari installati sul tetto al lievito di birra aggiunto al foraggio per nutrire le mucche della vicina Fattoria Galleggiante.
Le birre prodotte, confezionate in bottiglia e in lattina, hanno aroma di uva, arancia, kiwi, ciliegia e altri frutti speziati; due sono anche in versione alcol free, la Octopus Blond e la Moray Ipa.
Nomi e etichette richiamano il mare e i suoi personaggi mitologici. Dopo aver ascoltato la storia del birrificio, ci si può sedere a un tavolo del “gastropub” e gustare una birra con uno dei piatti “street style”.
A spasso nel Dakpark
Poco lontano dal birrificio, il Dakpark Rotterdam è un’oasi verde in un ambiente urbano. Con i suoi nove metri di altezza e i circa 1.200 metri di lunghezza, è uno dei più grandi parchi pensili d’Europa.
Oltre a una suggestiva vista sul quartiere e il porto, il parco offre spazio per sport, giochi e intrattenimento.
Ci sono aree barbecue, pergole e piante, una fontana e un campo ricreativo. E anche un giardino comunitario con pecore, polli, orti, siepi di frutta e un sentiero avventura.
Ad occuparsene è la Fondazione Dakpark che lavora con un gruppo di volontari e residenti locali sulla manutenzione e la gestione di questo giardino “di quartiere”.
Anche il Dakpark punta al sostenibile collegando shopping (sotto, al piano della strada, ci sono negozi e attività commerciali), natura e ricreazione.
Surf in centro città
Nel cuore della città olandese, sul canale dello Steigersgracht, si può surfare in una piscina a cielo aperto.
Al RIF10, mecca per gli amanti degli sport acquatici, un’istallazione meccanica crea onde alte sino a 1,5 metri ogni 7 secondi dando vita ad un percorso per surfisti esperti e per principianti.
Per chi desidera un’esperienza meno adrenalinica ma altrettanto emozionante ci sono attività con il SUP o la canoa per andare alla scoperta della città, con un insolito punto di vista: quello a filo d’acqua.
Oltre ad organizzare attività sportive, il RIF10 ospita anche un ristorante con terrazza, da cui osservare le acrobazie dei surfisti, e un negozio dedicato ai surfer.
Arte in magazzino e in scatola
Per gli amanti dei musei, il Depot Boijmans Van Beuningen è uno di quei luoghi (insoliti) da non perdere.
Unico al mondo, questo singolare contenitore d’arte custodisce su una superficie di 151mila metri quadrati oltre 154mila opere (di alcune se ne può persino seguire il restauro) esposte in quattordici spazi: appese, in vetrina o semplicemente poggiate a terra.
A caso, senza seguire epoca o stile. Già a prima vista si intuisce che questo museo non è come gli altri: il Depot è infatti il più grande deposito d’arte aperto al pubblico, una sorta di backstage, di dietro le quinte di uno spazio museale, che si fa notare pure per il design che spicca nello skyline cittadino.
La forma ovoidale è rivestita da specchi, ben 1.664 pannelli su cui si riflette il paesaggio, per 39 metri di altezza.
Dopo essersi letteralmente persi fra le sue meraviglie (non mancano opere di Van Gogh, Rembrandt e Dali affiancate da altre di epoca contemporanea, da oggetti di uso quotidiano, complementi d’arredo e installazioni artistiche di ogni genere) bisogna salire fin sul tetto dell’edificio dove si trova un giardino pensile con abeti e betulle, un ristorante e una sala per eventi.
A due passi dal Depot, sempre nel Museumpark – l’area verde su cui si affacciano cinque dei principali musei cittadini-, il Kunsthal è un palazzo della cultura dove differenti discipline dialogano fra di loro.
Ci sono opere d’arte moderna e di grandi maestri della fotografia, capolavori di design, di moda e di arte visive, tutte distribuite in uno spazio di 3.300 metri quadrati che ricorda la forma di una scatola quadrata con piani a pavimento in pendenza e rampe che collegano le sale espositive.
Ogni volta che ci si reca a Rotterdam il Kunsthal sarebbe da visitare: non è infatti un museo classico, di quelli con esposizioni permanenti, ma un insieme di collezioni temporanee che cambiano continuamente (20-25 ogni anno).
Il Nederlands Fotomuseum
Sei milioni di fotografie, a colori e in bianco nero, raccontano la storia del XX e XXI secolo. A realizzarle fotografi iconici e artisti emergenti e contemporanei.
Un incredibile patrimonio artistico ospitato (ancora per poco) in uno spazio espositivo nel business centre Las Palmas, nel quartiere di Kop van Zuid.
Dal 2025, il Nederlands Fotomuseum si insidierà infatti in un magazzino storico, in fase di ristrutturazione, nell’area portuale Rijnhaven: il Santos Warehouse.
Otto piani per raccogliere l’immensa collezione di fotografie del Paese oltre ad aule didattiche, una biblioteca e un ristorante con vista panoramica.
In attesa della nuova sede, si può intanto curiosare fra gli attuali ambienti del museo inaugurato nel 2007 di cui scoprire anche la Hall of Fame, la galleria dedicata alla storia (fotografica) olandese dal 1841 ad oggi. Le 99 immagini esposte hanno avuto un forte impatto sociale e artistico nei Paesi Bassi.
Il campanile più alto dei Paesi Bassi
In una quarantina di minuti di treno, da Rotterdam si raggiunge Utrecht. Qui, 700 anni di storia e 112 metri di altezza fanno della torre del Duomo il simbolo e il cuore pulsante della quarta più grande città del Paese.
Secoli densi di aneddoti e vicissitudini quelli del campanile, come quando il 1° agosto 1674 una tempesta distrusse la navata del Duomo gotico dedicato a San Martino di Tours, di cui la torre era originariamente parte, lasciandola così isolata.
Meraviglia architettonica riportata all’antico splendore con un lungo restauro avviato nel 2019 e terminato nell’estate di quest’anno, il campanile del Dom ospita un carillon che, ogni quarto d’ora alterna quattro diverse melodie.
Alzando lo sguardo da qualsiasi punto del centro cittadino, la torre campanaria la si ritrova in ogni angolazione, austera e maestosa come le sue 14 campane medievali (alcune del 1505), fra cui spicca la Salvatore, la più grande con i suoi 8.200 kg.
Se si vuole ammirare il panorama su Utrecht e i suoi dintorni (con il cielo terso si intravede persino Amsterdam), occorre però salire a piedi i 465 gradini che portano al punto più alto della costruzione:
gli scalini sono stretti e ripidi ma ci si può fermare a piani intermedi per ascoltare la storia di questo monumento, in realtà mai terminato per mancanza di fondi.
“La torre è da sempre il punto di aggregazione di tutti gli abitanti -spiega Levi Verbeek, una delle guide dell’Ufficio Turistico che accompagna nella visita-. È un gioiello architettonico che impreziosisce piazza Duomo, cuore e anima di Utrecht. Le curiosità sulla sua storia sono tante: si racconta che fino agli anni Ottanta al suo interno vi fosse una birreria e che gli ubriachi, per evitare le scale ripide, si calassero dal campanile con una carrucola”.
Tornati con i piedi a terra, si può visitare il DOMunder (ingresso in Domplein) per un viaggio sotterraneo alla scoperta di innumerevoli tesori archeologici che portano indietro nel tempo di 2mila anni.
Fra i luoghi meno conosciuti ma da non perdere, sempre nei pressi di piazza Duomo, c’è anche un piccolo chiostro gotico: il giardino medievale di Pandhof, ricco di piante ed erbe medicinali, considerato fra i più belli dell’intero Paese.
Da un ex convento a un bastione militare
Il Centraal Museum è uno degli spazi museali più prestigiosi della città: la sua collezione di arte antica e contemporanea comprende, fra l’altro, la più grande esposizione Rietveld del mondo e lo studio del grafico olandese Dick Bruna, creatore del coniglio immaginario Miffy, protagonista di libri illustri per bambini.
Esplorando i corridoi, le scalinate e l’ampio cortile interno di questo ex monastero medievale convertito a luogo artistico se ne possono scoprire le oltre 50mila opere esposte: quadri di caravaggisti di fama internazionale, capi d’abbigliamento, sculture, case di bambole, elementi d’arredo e manufatti di ogni altra forma d’arte.
A due passi da qui, s’innalza il Sonnenborgh, uno dei bastioni murati meglio conservati dell’Europa settentrionale, costruito per volere dell’imperatore Carlo V nel 1552.
Varcato l’ingresso, ad accogliere il visitatore è un grazioso giardino botanico da cui ammirare le acque calme dello Stadsbuitengracht, il fossato che circonda la città vecchia di Utrecht.
Salendo le scale che portano alle cupole dell’osservatorio astronomico, che qui ha sede, si raggiungono i potenti telescopi con cui osservare più da vicino le stelle. E, grazie ad una strumentazione particolare, anche il sole. “Sonnenborgh è una combinazione unica di museo scientifico-militare con tanto di biblioteca, auditorium e uno spazio cicloidale per accogliere mostre temporanee -racconta Mathijs Kuiper, astrofilo e guida volontaria dell’osservatorio-. Qui nel 1940 è stato creato l’Atlante solare di Utrecht, un atlante fotometrico dello spettro solare poi utilizzato in molti degli osservatori moderni. Sempre qui molti scienziati hanno fatto le prime previsioni meteorologiche”.
Sui canali: in canoa, kayak o battello
Che sia la città dei canali più bella d’Europa non sorprende affatto. Con l’acqua Utrecht ha un rapporto assolutamente straordinario: per rendersene conto basta fare un giro in barca o una passeggiata lungo il Singel, il percorso di 6 km che circonda il centro cittadino.
Si può noleggiare una canoa o un kayak (ad esempio da Kanoverhuure, Oudegracht 275 aan de werf – prezzi a partire da 6 € a persona per 1 ora) e pagaiare alla scoperta di darsene e canali oppure rilassarsi a bordo di un battello, gustando un aperitivo, magari alle luci del tramonto.
Qualunque sia la scelta (ci sono anche SUP e barche elettriche), la prospettiva raso acqua su questa città e l’incredibile natura che l’abbraccia è la più autentica.
Dopo il tour on boat, si può scegliere di ammirare il panorama seduti in uno dei tanti caffè affacciati sui corsi d’acqua.
Ma anche dotarsi di una mappa della città vecchia (all’Ufficio Turistico) e fare una passeggiata nel cuore storico di Utrecht come suggerisce Jitte Roosendaal, una simpatica guida che accompagna in tour a piedi e bicicletta: “Da qualsiasi parte la si guardi, Utrecht è un concentrato di bellezza. Per viverne l’atmosfera più autentica bisogna passeggiare tra i piccoli vicoli silenziosi così come lungo i canali più famosi, fare una pausa in un caffè o in ristorante e guardare gli abitanti passare in sella alle loro bici”.
La casa più famosa di Utrecht
A Utrecht, gioiello medievale, non te l’aspetti una costruzione così colorata (con rosso, blu e giallo che si combinano a bianco, grigio e nero) e moderna, con spazi funzionali e soluzioni ingegnose e innovative.
A prima vista la si direbbe caduta dal futuro: in realtà, casa Rietveld Schröderhuis è una residenza privata costruita cento anni fa, nel 1924, dall’architetto olandese (di Utrecht) Gerrit Rietvald, su commissione della vedova mecenate Truus Schröder-Schrader.
Una dimora iconica, omaggio ai principi del celebre movimento artistico De Stijl. Patrimonio mondiale Unesco dal 2000, è possibile visitarne gli spazi interni con un tour guidato di circa un’ora: le proporzioni astratte e gli accostamenti dei colori primari sembrano catapultare il visitatore in un quadro di Mondrian.
Andar per mercati (di fiori) e orti
Se amate fiori e piante, Utrecht è la città perfetta. Ogni sabato (dalle 8 alle 17), la medievale piazza Janskerkhof si riempie di magnifiche composizioni floreali e piante di ogni varietà (da ornamento e coltivazione).
Questo enorme spazio urbano nel centro storico si trasforma in un variopinto giardino fiorito, luogo imperdibile per gli appassionati di flora.
Ai margini dello Utrecht Science Park, nella tenuta di Fort Hoofddijk, lussureggianti orti botanici ospitano invece un’impressionante collezione di piante provenienti da tutto il mondo oltre al più grande giardino roccioso d’Europa.
Con un po’ di tempo a disposizione, si può visitare anche il Parco Máxima (nel quartiere di Leidsche Rijn), perfetto per una passeggiata a piedi o in bici, un giro in barca e un picnic in relax.
Il Waterline Museum
Se non si ha fretta, ci si può spingere nei dintorni della città. Nel paesino di Bunnik, ad esempio, a meno di 10 km di Utrecht (si può noleggiare una bici e percorrere gli itinerari ciclabili sino a raggiungere questa graziosa località), il Waterline Museum racconta di come gli olandesi hanno usato l’acqua per difendere il loro Paese fra il 1588 e il 1980.
Un museo adatto anche ai bambini, grazie a strumenti interattivi e simulatori di volo in paracadute, che invita poi a esplorare la vicina fortezza di Vechten, la seconda più grande dell’intera linea di difesa idrica dei Paesi Bassi, patrimonio mondiale Unesco.
Infoutili
Come arrivare: Il modo più pratico per raggiungere Rotterdam e Utrecht è in aereo grazie ai tanti collegamenti aerei effettuati da KLM e altre compagnie (anche low cost) su Amsterdam; dalla capitale dei Paesi Bassi si può poi arrivare comodamente nelle due città in treno: una trentina di minuti per arrivare a Utrecht e 50/60 minuti per Rotterdam.
Quando andare: I mesi migliori per visitare Rotterdam e Utrecht, e più in generale i Paesi Bassi, sono quelli da giugno a settembre quando le temperature sono gradevoli e le giornate più soleggiate. In inverno e autunno il clima può essere caratterizzato da vento e il sole si vede raramente ma le temperature, seppur fredde, non sono comunque gelide.
Dove dormire a Rotterdam: The Usual (Westblaak 10). Questo 4* di design situato nei pressi della vivace Witte de Wittstraat, una delle strade più artistiche e culturali della città, offre camere tradizionali e “pod”, un bar dove assaporare piatti della cucina locale, spazi di co-working e una sala per conferenze. Improntati alla sostenibilità, gli interni sono minimalisti e caratterizzati da sughero; biancheria da letto e coperte sono in materiale ecologico e i prodotti beauty fatti con ingredienti naturali e sostenibili.
Dove mangiare a Rotterdam: Rotonde (Goudsesingel 230). Questo ristorante stile vintage, premiato con una stella verde Michelin (assegnata per la sostenibilità), propone piatti creativi e sofisticati, accompagnati da vini biodinamici e naturali. La cucina è a vista e si cuoce su barbecue a legna. Si può scegliere alla carta oppure uno dei menù da 4, 5 o 6 portate (anche a sorpresa affidandosi agli chef). Da provare le patate con semi di girasole e scalogno, le melanzane con grano saraceno e i dolci (soprattutto la Pavlova con fiori di ibisco e fragola).
Hotel New York (Koninginnenhoofd 1). Ospitato nell’ex quartier generale della Holland-America Line, nel quartiere Kop van Zuid, questo edificio in mattoni rossi accoglie nel suo bistrot con un ambiente dai soffitti alti, le lampade colorate e le forme che ricordano una nave. Fra i piatti da assaggiare ci sono zuppe, fish & chips, burger vegetariani e crostacei (di ogni specie).
Dove dormire a Utrecht: Bunk (Catharijnekade 9). Inaugurato nel 2019, questo hotel è ospitato in una ex chiesa monumentale (Westerkerk, costruita nel 1891) convertita in residenza temporanea per viaggiatori e artisti. A due passi dalla stazione ferroviaria, il Bunk offre 45 camere di design all’avanguardia a prezzi accessibili e 60 spaziosi “pod” privati con dettagli ultra-smart. All’interno dell’hotel, l’architettura è quella del vecchio edificio religioso, caratterizzata anche dall’utilizzo di materiali originali (le panche in legno dei fedeli sono state usate per il blocco centrale in cui sono stati costruiti cucina, bar e camere). A rendere così particolare l’hotel c’è poi l’organo Quellhorst, del 1813, un vero pezzo d’arte ancora perfettamente funzionante. Al Bunk si può inoltre gustare delizioso cibo biologico, assaggiare birra e jenever (di produzione propria), partecipare a eventi musicali e artistici e lavorare in smart-working.
Dove mangiare a Utrecht: Oudaen (Oudegracht 99). Affacciato sul canale più bello della città, l’Oudegracht, questo antico castello cittadino (la costruzione è del 1276) ospita un ristorante, una grande caffetteria e una birreria (possibili anche tour di degustazione). Da assaggiare zuppe, hamburger e specialità vegetariane a pranzo; per cena lasciatevi deliziare con il menù a sorpresa (3-4-o 5 portate) dello chef.
Madeleine (Wed 3a). Questo bistrò, dall’ambiente raffinato e accogliente, propone deliziosi piatti tipici francesi rivisitati con un tocco contemporaneo. Da assaggiare la bistecca di tonno con salsa al pepe e spinaci fritti, salmone affumicato in terrina e capesante con crema di radici di prezzemolo. Eccellente la lista dei vini.
Louis Hartlooper Complex (Tolsteegbrug 1). In questa ex stazione di polizia, monumento nazionale nello stile della Scuola di Amsterdam, ci sono un cinema e un ristorante. È fra gli spot preferiti dagli abitanti di Utrecht per vedere un film e pranzare o cenare, seduti a un tavolo della terrazza all’aperto o nella sala all’interno. Si possono gustare zuppe (deliziose anche quelle servite fredde) e piatti vegetariani o semplicemente sorseggiare un caffè.
Vis & Meer Seafood (Drieharingstraat 4). Un tempo negozio di materassi, dal 2010 questo locale situato nella strada più bella della città, fra il Vredenburg e l’Oudegracht, è stato trasformato in un ristorante che riporta all’atmosfera della vecchia Marsiglia. I proprietari -John Elzinga e Peter Bijl de Vroe- lo hanno reso un luogo unico in cui sperimentare bontà gastronomiche. Pavimento in cemento e elementi in acciaio danno un carattere industriale. Ottime bouillabaisse, caponata e pasta ai frutti di mare.
De Veldkeuken (Koningslaan 11, Bunnik). Indirizzo da non perdere per assaporare piatti 100% biologici e sostenibili, immersi nella splendida natura a due passi da Utrecht. Il locale ha anche un negozio in cui acquistare prodotti locali (come marmellate e mostarde) e una propria panetteria che produce pane fresco, torte, biscotti e altre delizie. Per un pranzo veloce si può optare per un mix di crostini, tempura al forno, sottaceti, formaggi e frittate e una fetta di torta (quelle alla carota e alla crema di limone sono ottime).
Link utili: www.rotterdam.info e www.discover-utrecht.com (siti ufficiali delle due città con informazioni su attrazioni turistiche, luoghi da visitare e consigli su cosa fare, dove dormire e mangiare).
Testo di Sonja Vietto Ramus foto di Sonja Vietto Ramus e Massimo Valentini|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com