Un viaggio in Svezia in inverno, con il proposito di raggiungere Abisko situata nel profondo nord del Paese, è un’idea che unisce l’avventura in territori misteriosi a un intrigante desiderio di poter osservare uno dei fenomeni che da sempre incanta l’uomo: l’aurora boreale. Numerose e antiche leggende si legano ad essa, come quella tramandata dai Sami, popolazione indigena stanziata nelle estreme regioni dell’Europa settentrionale, i quali raccontano che le luci sfavillanti che colorano il buio del cielo invernale sono provocate da una grande volpe che, correndo sulle immense distese di neve, ne urta la superficie con la coda, scatenando enormi scintille che irradiano la volta celeste.
Anche ai giorni nostri, il fascino resta immutato, nonostante la scienza abbia fornito la spiegazione razionale del verificarsi di tale evento. Per ammirarla, non c’è area più indicata del Parco Nazionale di Abisko, nel cuore della Lapponia svedese: un ambiente fuori dal mondo, dove la natura è l’unica grande protagonista. Alte montagne si alternano a verdi e più dolci vallate, placidi laghi cedono il passo a tumultuosi fiumi, mentre il tutto è circondato da uno struggente, malinconico e assoluto silenzio. Un vero paradiso per gli escursionisti, che possono deliziarsi con le numerose attività invernali da praticare nella natura incontaminata, come lo sci, la pesca nel ghiaccio o semplicemente sedersi intorno a un fuoco per un caffè insieme alla popolazione locale.
In questo scenario sorge Abisko, cittadina di poche anime non lontana dal confine con la Norvegia, immersa in paesaggi irreali, quasi come se fosse un ultimo avamposto umano posizionato ai confini del mondo. Proprio da qui ha inizio la “Strada del Re”, un sentiero di quasi 500 km che attraversa quattro parchi nazionali, tra scenari mozzafiato, dove vivono numerose specie di animali in un ambiente protetto al fine di salvaguardarne l’habitat, nei quali regna una pace quasi soprannaturale. E’ un luogo ideale per piacevoli passeggiate nei mesi più caldi: non è necessario percorrere tutto l’itinerario, perché ci sono anche tratti intermedi adatti a chi dispone di poco tempo, lungo i quali sono posti diversi rifugi, dove riposarsi o ristorarsi. Il clima estremamente secco e l’aria pura, priva quasi del tutto di qualsiasi forma di inquinamento atmosferico e luminoso, la rendono la zona adatta per vedere la splendida luce del nord.
Per un’esperienza indimenticabile, si può raggiungere in seggiovia la cima del monte Nuolja, dove si trova la moderna stazione di osservazione Sky Aurora Station, così in alto da avere la sensazione di poter sfiorare le stelle con le mani. Il suo interno è molto confortevole: ospita mostre didattiche dedicate alle aurore e prevede la possibilità di pernottare in una sala comune insieme a guide esperte. Una soluzione comoda, perché il grande evento cosmico è come una diva vanitosa, consapevole che ad aspettarla c’è un pubblico trepidante: si fa attendere e bramare, ma quando decide di presentarsi lo fa in tutto il suo splendore. Il firmamento si tinge di vivaci colori che volteggiano elegantemente nell’aria, sfuggenti e mutevoli, che rischiarano la lunga notte artica.
Cielo e terra, che sembravano una cosa sola, si separano e il panorama lungo l’orizzonte, che pochi istanti prima era nell’oscurità più profonda, ora diviene nitido e sembra perdersi verso l’infinito. Si potrebbe restare per ore ad osservarle, fermi e con lo sguardo rivolto verso l’alto: il freddo appare come un disagio lontano e insignificante perché l’attenzione è catturata dai magici chiarori. Nell’aria immobile nessun suono si diffonde, neanche una parola: ma queste non sono necessarie perché l’emozione si può leggere negli occhi di chi assiste allo spettacolo. Mentre il cuore non può far altro che ringraziare la grande volpe che ha permesso tutto questo.
Testo di Gabriele Laganà | Foto web