Cannero. Un Castello fra l’azzurro

L’idea visiva che uno si fa di un ‘Castello’ è pressoché comune a quasi tutte le persone; anche per quelle che di fatto non hanno mai messo piede in uno dei molti manufatti del genere di cui l’Italia è ricca. Ci si immagina cioè che il ‘Castello’ sia massiccio, impenetrabile o quasi, misterioso, isolato. Qualcosa che, alla fine, genera una sorta di timore se non paura nell’accedervi e un desiderio di lontananza per i pericoli o le leggende che lo stesso finisce per evocare. Niente di tutto questo, però, se il Castello in questione è quello di Cannero, sul Lago Maggiore. Spettacolo naturale davvero unico: mura in parte diroccate, unite a vecchi edifici che fanno corpo unico con l’insieme, il tutto compreso in un fazzoletto di terra circondato dalle acque del Lago Maggiore o Verbano. Quando il livello del lago è minore, all’isola principale si affiancano altre due isolette che si possono raggiungere camminando, magari bagnandosi le scarpe! Se il livello delle acque è superiore, rimane percorribile solo l’isola più grande, facilmente raggiungibile da Cannero Riviera con piccoli motoscafi, barche a motore o a remi. Un castello fra l’azzurro, dunque: quello del cielo e quello delle acque del lago.

I piccoli castelli dell’isola sono stati edificati tra il 1200 e il 1300 e hanno una ‘storia’ davvero interessante da raccontare. Si dice fossero abitati da cinque fratelli della famiglia Mazzardi di Ronco, noti a tutti con il soprannome di ‘Mazzarditi’, vale a dire ‘piccoli Mazzardi’. Erano tempi nei quali il potente Ducato di Milano regnava su queste terre, di qua e di là dal lago. Però erano anche tempi difficili quelli degli ultimi anni del XIV secolo; malgrado l’indiscutibile potenza militare del Ducato, era molto difficile poter esercitare un controllo efficace sui vari signorotti del luogo e sulle tirannie spesso esercitate, alle quali si aggiungevano le annose dispute fra Guelfi e Ghibellini, che laceravano i paesi sparsi lungo le sponde, compreso il Comune di Cannobio, dal quale i ‘Castelli’ dipendevano. Approfittando di tali divisioni, i Mazzarditi, organizzatisi a dovere, riescono per parecchi anni a conservare il potere sul litorale con la violenza, soffocando nel sangue ogni tentativo di opposizione o rivolta. Con l’avvento al potere del nuovo Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, questo ‘interregno’ del terrore finisce. Viene dapprima espugnato il castello di Terrafiume, così come il palazzo cittadino; nel contempo viene dato inizio all’assedio del castello di Malpaga (quello del lago) che capitola nel 1414 e viene raso al suolo per ordine del Duca.

Trent’anni più tardi le isole vengono cedute dal duca Filippo Maria Visconti al conte Vitaliano I°, figlio di Filippo I° Borromeo e Franceschina Visconti e da quel momento entrano a far parte dei possedimenti della famiglia Borromeo, al pari dell’Isola Bella e della Rocca di Angera. Il conte Lodovico, per difendersi dalle incursioni svizzere dopo la perdita del Canton Ticino da parte del Ducato di Milano, fa edificare nel 1519 una rocca fortificata sulle rovine delle isole e le dà il nome di ‘Vitaliana’, in omaggio alla famiglia padovana capostipite dei Borromeo. La morte del conte Lodovico coincide con il progressivo abbandono della rocca e ne determina l’inarrestabile decadenza. La leggenda, o meglio, le numerose ‘leggende’ della gente di lago, raccontano come i tanto temuti Mazzarditi, dopo la sconfitta, siano stati gettati nelle acque del lago con una pietra al collo, morendo annegati. La storia però ne dà una versione differente: vengono semplicemente banditi dal paese per una quindicina di anni e quindi riammessi a vivere nel borgo di Cannobio.

La ‘certificata’ fama di insaziabili predoni ha generato altre ‘storie’ fantastiche, una delle quali racconta che i briganti, pur di non consegnare i loro forzieri colmi di ricchezze al duca Filippo Maria Visconti, avrebbero scelto di gettarli in fondo al lago. La gente del luogo è convinta che nelle giornate in cui la nebbia è particolarmente fitta, è possibile scorgere un veliero fantasma che naviga attorno al castello, reclamando l’antico tesoro sommerso. Oggi i castelli di Cannero (o Malpaga) sono oggetto di mostre floreali, esposizioni di piante ornamentali e comunque meta di romantiche escursioni. Occorre la bella stagione, certo. Il ‘veliero’ predilige le stagioni invernali.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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