BVI, una costellazione di isole

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Una veduta aerea di Vigin Gorda ©Lucio Rossi/Latitudes

Tra i Caraibi e l’Atlantico, a circa 50 miglia a est di Porto Rico, ecco le isole il cui nome evoca inequivocabile bellezza: sono le Isole Vergini Britanniche, chiamate familiarmente BVI, dalle iniziali di British Virgin Islands, fortunate ma difficili da scoprire persino sulle carte geografiche.

Scoperte da Colombo, le Vergini Britanniche, 60 fra isole, isolette, scogli e lembi di terra, di cui solo 16 abitate e sparse nel Sir Francis Drake Channel, con i 21 Parchi Nazionali e una natura incontaminata sono un eden a parte, un santuario di lussuosa bellezza salvato dagli abusi edilizi da un turismo d’élite. È la patria eletta dei velisti, che qui arrivano da tutto il mondo per godersi la brezza degli alisei.  La ricchissima flora e la fauna offrono un contatto continuo con specie esotiche protette.

Le isole principali sono Tortola – sulla quale sorge la capitale, Road Town – Virgin Gorda, Anegada e Jost Van Dyke. le BVI (si pronuncia BiViAi) presentano una topografia così varia e dinamica da offrire l’opportunità unica di “saltellare” con facilità tra le varie isole che compongono l’arcipelago, facendo quello che i locali chiamano “Island Hopping”.

Tortola, l’isola grande

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Cane Garden Bay a Tortola ©Lucio Rossi/Latitudes

Si potrebbe definire l’isola madre,  il luogo d’approdo e di partenza, la località nella quale la vita pulsa più che altrove. Isola di traffici, di attività commerciali, di gestione politica e sociale. A Tortola, l’isola più grande, risiedono i quattro quinti della popolazione. L’interno  è una gradevole scoperta. La strada principale, stretta, tortuosa, densa di curve e di strapiombi, che da Long Swamp arriva sino alla Cane Garden Bay e, più sotto, alla Cappoons Bay, è un’esplosione di verde intenso e di profumi. La bellezza dei panorami toglie il fiato, tanto è varia. Frequente l’incontro con alberi secolari; poi rapide visioni di promontori che affondano nel mare e di baie che ne tracciano i contorni. A est di Tortola Beef Island è un’isola su cui si trova l’aeroporto principale delle BVI, collegata all’isola grande da un ponte.

Nel West End, la zona occidentale di Tortola, Smuggler’s Cove è una spiaggia appartata e tranquilla, un gioiello difficile da raggiungere, mediante una strada sterrata. Una volta arrivati però lo spettacolo è impagabile: acqua cristallina dove fare snorkeling e avvistare le tartarughe marine.  Long Bay è una spiaggia di un chilometro e mezzo di sabbia bianca, circondata da palme: un luogo idilliaco per fare una passeggiata al tramonto in tranquillità. All’estremo est troverete un resort e pensioni familiari, mentre l’estremo ovest è ideale per nuotare e rilassarsi nella pace più assoluta. Appena oltre Long Bay si trova il paradiso dei surfisti, Apple Bay Beach, noto per le sue straordinarie onde, tra le migliori dei Caraibi. Per gli amanti dello snorkeling la spiaggia imperdibile è Brewer’s Bay Beach. Un tempo sede di varie piantagioni di zucchero e distillerie, può essere raggiunta in macchina da Cane Garden Bay oppure via mare in barca.

Nell’East End di Tortola, Josiah’s Bay Beach è forse una delle più belle spiagge di tutta l’isola, un paradiso per chi ama prendere il sole, grazie a un’ampia spiaggia dalla sabbia fine e alle vicine pensioni e ristoranti. Questa spiaggia è anche molto amata dai surfisti, soprattutto in inverno, quando le onde raggiungono l’altezza massima. Lambert Bay, o Elizabeth Beach, è una delle spiagge più selvagge con panorami mozzafiato, finissima sabbia bianca e verdi palmeti accarezzati dal vento.  A Beef Island le spiagge da non perdere sono Long Bay (da non confondere con Long Bay della zona occidentale), adatta a famiglie e ideale per consumare un pic-nic, e Trellis Bay, noto centro per il winsurf e perfetto per chi cerca il relax.

Dove dormire a Tortola: Long Bay Beach Club (Tortola). Situato nella parte nord-ovest di Tortola, il Long Bay Beach Club  è una confortevole struttura ricettiva che si affaccia sull’Oceano Atlantico. Le ville, finemente arredate, sono circondate dal verde delle colline e dei giardini tropicali. Il complesso coniuga atmosfere coloniali e fascino caraibico, eleganza e tranquillità ed è un ottimo punto di accesso ai luoghi di interesse principali di Tortola.

Road Town: la piccola capitale delle BVI

Il capoluogo delle Vergini Britanniche, adagiata nella baia maggiore di Tortola, di primo acchito non desta particolare meraviglia. È  però sufficiente fare qualche passo verso l’interno della cittadina per scoprire palazzi moderni e ariosi, certamente, ma anche con case e casette sparpagliate in allegra anarchia edilizia, su fino ai primi dossi di quest’isola montagnosa. Coloratissime casette abbellite dal  verde, con pensiline, depositi esterni nei quali si trova di tutto: vecchie auto, bici, motorini, stie per i polli che durante il giorno girano indisturbati e petulanti dappertutto, quasi compagni di gioco di una moltitudine di bambini vivaci.  A Road Town la via dello shopping non poteva che chiamarsi Main Street, con le sue case in pietra e in legno, variamente dipinte, con i molti ristoranti e luoghi di ritrovo.

Virgin Gorda, generosa e rilassata

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The Baths a Virgin Gorda ©Shutterstock

Le splendide spiagge naturali di Virgin Gorda e le sue meraviglie naturali rendono l’isola ambita da coloro che desiderano trascorrere una vacanza rilassante. Sul suo territorio la presenza di poche ville e resort contribuisce a garantire un’atmosfera intima e distesa. Scoprite la generosità della natura custodita su quest’isola paradisiaca, dagli enormi massi di granito di The Baths ai 260 acri del parco nazionale sino alla sommità del Gorda PeakVirgin Gorda, così battezzata da Colombo perché simile a una donna grassa sdraiata sulle acque. Isola strana. Modellata dalle eruzioni di antichi vulcani, presenta visioni davvero uniche. Strettissimi istmi, con la strada che si inerpica e scende facendo cadere lo sguardo su due mari, su piccole baie, su tratti di costa che dirimpetto, a fior d’acqua, hanno scogliere seghettate, su zone di verde intenso dominate dal Gorda Peak.

Nella punta meridionale di Virgin Gorda, enormi massi vulcanici, levigati dal tempo, dei Baths (bagni); sono attaccati uno all’altro, con cunicoli, passaggi difficoltosi, specchi di acque interne che subito dopo si aprono su spiaggette appartate; un angolo di natura di straordinaria bellezza. Leverick Bay fronteggia un’altra manciata di isole minori. Ad esempio la Prickly Pear Island, luogo di rifugio per molti volatili; oppure la più esterna Necker Island.

Nei secoli l’economia dell’isola era legata alla coltivazione della canna da zucchero. Con la crisi delle piantagioni l’isola rimase un luogo abbandonato, fino a quando Laurence Rockfeller costruì il resort Little Dix Bay che contribuì a farla sbocciare nel panorama turistico. Oggi Virgin Gorda è un’isola ordinata e aggraziata amata dai velisti  e che vanta una ventina di spiagge . Spanish Town è il suo centro abitato, il cui porto ospita lo Yacht Harbour, il suo cuore pulsante. L’altro centro abitato è North Sound. Il Bitter End Yatch Club e il Saba Rock Resort sono i due indirizzi imperdibili per sorseggiare un drink.

Costellata di imponenti massi, Spring Bay è una lingua di sabbia bianca tra le più incantevoli di Virgin Gorda, con acque dalle mille sfumature. Chi desidera fare una passeggiata sulla spiaggia deve andare a Savannah Bay, un chilometro e mezzo circa di sabbia bianchissima che dona a questo tratto di costa il fascino di un paradiso remoto.

Situato su un isolotto di 243 acri di fronte al North Sound (Virgin Gorda), il Prickly Pear è stato dichiarato Parco Nazionale nel 1988 per le sue colline coperte di cactus che degradano verso spiagge incontaminate. Le migliori spiagge si trovano sulle coste nord ed est (North Beach, in particolare, è perfetta sia per nuotare sia per fare snorkeling), mentre gli appassionati di trekking potranno percorrere un sentiero che porta dal Sand Box Bar, su un dolce pendio, giù fino a North Beach.

Dove dormire a Virgin Gorda: Leverick Bay Resort & Marina (Virgin Gorda): Lambito dalle acque incontaminate di una magnifica laguna blu conosciuta con il nome di “North Sound”, il Leverick Bay Resort  è il posto perfetto per godere della pace e della tranquillità che le BVI sanno offrire. Nel ristorante si possono gustare piatti a base di pesce o carne e una vasta selezione di vini e liquori. Rilassatevi con un cocktail ghiacciato al bar della piscina, The Jumbies Bar, oppure assaggiate uno snack al Cove Grill. Il Leverick Bay Marina mette a disposizione degli ospiti un molo completamente equipaggiato per il rifornimento di carburante, diesel e benzina, acqua dolce e ghiaccio, servizio di smaltimento dei rifi uti, Laundromat, elettricità e 36 ormeggi. Anegada, remota ed esclusiva

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Cow Wreck Beach a Anegada ©Lucio Rossi/Latitudes

Un’isola piattissima e allungata, distesa sulla superficie del mare. 200 anime in tutto. Incontaminata, poco affollata e selvaggia, Anegada è l’archetipo dell’isola remota che si distingue per esclusività.  A differenza delle vicine isole, tutte di origine vulcanica, il terreno pianeggiante di Anegada presenta una composizione a base di corallo e pietra calcarea. Le vaste saline, che coprono l’estremità occidentale dell’isola, ospitano una fauna di raro fascino che comprende fenicotteri, iguane e miriadi di uccelli che volano felici tra la ricca vegetazione di Nutmeg Point. Varietà uniche di fauna e flora selvatica prosperano ad Anegada, tra cui frangipani, alberi di trementina, soffice lavanda di mare e orchidee selvatiche. Sebbene Anegada sia la seconda isola delle BVI in termini di dimensioni, la sua vicinanza all’Horseshoe Reef le consente di rimanere un luogo sempre tranquillo e poco affollato.

I suoi bassi fondali creati da catene di coralli sommersi, hanno significato nel tempo la fine del viaggio per molti velieri, colati a picco dopo essersi squarciati sulle aguzze e compatte rocce naturali dell’isola. Sono oltre 200 i relitti sommersi, un campo di ricerca inesauribile per gli amanti subacquei. Gli appassionati di storia potranno scoprire il passato di Anegada grazie alle intricate mura in pietra che circondano il Main Town’s Settlement o agli argini di conchiglie risalenti all’epoca Arawak nell’East End.

La spiaggia ad Anegada copre interamente il periplo dell’isola. Nell’estremità nord occidentale si trova Cow Wreck Bay, una distesa di sabbia corallina che scivola in mare. Il nome è curioso: qui  vennero rinvenute, nel XIX secolo e a seguito dell’ennesimo disastro marittimo, enormi quantità di ossa di mucche che venivano impiegate per la fabbricazione di bottoni e di gesso. Il nome è rimasto, le ossa degli animali non ci sono più, sostituite da colossali conchiglie. Nell’East End la Loblolly Beach è una spiaggia  di bellezza straordinaria, punteggiata da amache, ombrelloni di paglia e palme, dove fare lunghe passeggiate, fare snorkeling e mangiare un boccone al  Big Bamboo, beach bar stile tiki molto noto per l’aragosta freschissima A est di Loblolly c’è Flash of Beauty, una spiaggia incantevole con uno straordinario sentiero di conchiglie che porta dal beach bar alla costa.

Dall’alto Anegada appare bucherellata: una grande quantità di pond, ovvero stagni, di colore grigio-azzurro contrasta con le acque chiare della laguna che circonda interamente l’atollo e con il blu intenso dell’oceano, oltre il reef. Nel West End l’ampio stagno salato del Flamingo Pond ospita i fenicotteri, reintrodotti dai biologi nel 1992.  Il Flamingo è stato dichiarato riserva naturale dal BVI National Parks Trust, che gestisce i 21 parchi nazionali presenti alle Vergini Britanniche e si occupa di proteggere la fauna e la flora locale. Nell’East End il Rock Iguana Hatchery tutela l’altra specie endemica delle Vergini, l’iguana. I piccoli rettili vengono allevati in gabbia per evitare di essere preda dei gatti randagi, per poi essere rimessi in libertà una volta raggiunta la lunghezza sufficiente per metterli in salvo. Due altri indirizzi da non perdere sono i Vanessa S. Faulkner Botanical Gardens e il Pomato Point Museum, un piccolissimo museo allestito accanto all’omonimo ristorante che conserva reperti archeologici raccolti dal suo proprietario. Oltre alle  iguane,  i fenicotteri e le straordinarie orchidee selvatiche,  l’altra celebrità locale è l’aragosta e la sua degustazione è un rito a cui nessun turista rinuncia. Il momento migliore per assaporarla è l’Anegada Lobster Festival, che si tiene in novembre.

Insieme all’aragosta i molluschi rappresentano la base sulla quale prende vita la creatività degli chef locali. Suggestivi gli accumuli di conchiglie che modellano il paesaggio delle conch Mountains, una vera attrazione per i visitatori.

Dove dormire ad Anegada: Anegada Beach Club. Chiamarle tende sarebbe riduttivo. Il “glamping” (“glamour camping”) dell’Anegada Beach Club (http://anegadabeachclub.com/) è un concentrato di lusso ed ecologia, un resort confortevole en plain air dove poter alloggiare comodamente a stretto contatto con la natura. Le sistemazioni di lusso dal design unico e ben arredate, direttamente su una spiaggia incontaminata, sono spaziose e dotate di aria condizionata, con un ampio letto a baldacchino. Le numerose amache invitano a rilassanti pisolini pomeridiani, mentre il ristorante all’aperto è il posto ideale per iniziare e concludere la giornata, dalla colazione alla cena.

Selvaggia Jost Van Dyke

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White Bay a Jost Van Dyke ©Shutterstock

Jost Van Dyke, la più piccola delle quattro isole principali delle BVI, è famosa per i suoi scenari mozzafiato caratterizzati da spiagge di un bianco abbagliante su cui si affacciano rigogliosi rilievi e vivaci barriere coralline brulicanti di fauna marina.  L’isola che prende il nome da un pirata olandese, è situata poche miglia a nord-ovest di Tortòla. Il battello che la collega parte dalla baia di Soper’s Hole, all’estremo ovest dell’isola maggiore, proprio dove nel 1648 approdarono i coloni olandesi.

Jost Van Dyke, isola aspra e meno abitata di Anegada, ma molto più “viva”, grazie ai suoi locali. Famoso il Foxy’s, il cui motto english-pidgin è: live de life, drink de beer (vivi la vita, bevi la birra). Non mancano le  boutique,  i ristorantini alla buona e quelli più sofisticati, le spiagge del Great Harbour, che si estendono  lungo la cittadina omonima e sono il posto ideale per gli amanti degli sport acquatici. White Bay Beach è forse la spiaggia più bella di Jost, votata come una delle 10 migliori spiagge delle BVI da Caribbean Travel & Life.  La distesa di sabbia bianca è protetta da una barriera corallina, punto perfetto per fare snorkeling, ed è costellata da famosi beach bar.

Tra i fiori e i profumi del Mountain Trail che corre lungo la gobba dell’isola, si arriva sulla punta est: un’occhiata ammirata alla Little Jost Van Dyke, con il piccolo braccio di mare che la separa dall’isola maggiore striato da lingue di sabbia e creare incantevoli lagune e, infine, la visione davvero incredibile, poco al largo, del Sandy Cay (scoglio sabbioso): un ciuffo di verde contornato da un’unica, bianchissima spiaggia. Alla fonda, barche a vela, piccoli panfili. Una vera e propria diapositiva promozionale.

Sognando un’isola

Norman Island è  secondo la leggenda, quella remota isoletta sulla punta meridionale dell’arcipelago dalla quale lo scrittore Robert Louis Stevenson ha tratto ispirazione per la stesura del suo capolavoro L’Isola del Tesoro. L’isola per gli appassionati delle immersioni è Cooper Island, un cay corallino a sud di Tortola praticamente disabitato. Le uniche presenze umane sono quelle dei cottage delle due strutture presenti sull’isola e degli ospiti del ristorante. Paradiso subacqueo, è chiamato affettuosamente anche “vicolo dei relitti”, per la presenza di una serie di relitti sommersi. La punta rocciosa di Cistern Point, circondata da cenge coperte di corallo, è uno dei migliori siti per la pratica dello snorkelling.

E poi ci sono Guana, Peter, Necker, Scrub, Eustatia: non sono isole qualunque, ma buen retiro in mezzo al mare dotati di ogni comfort e con servizi d’eccellenza, sono le isole resort, piccole terre  che affiorano dal mare che offrono ai viaggiatori l’opportunità di ritemprare corpo e spirito.

Dove dormire a Scrub IslandWali Nikiti House (Scrub Island): Oltre all’omonimo resort, sull’isola di Scrub Island sorge anche la Wali Nikiti House, il rifugio del gusto dello chef italiano Davide pugliese, che si è trasferito alle BVI circa 30 anni fa portando i sapori della cucina italiana in questo angolo di paradiso. Oltre a offrire ospitalità nelle intime stanze della villa, lo chef organizza corsi di cucina, cene e pranzi privati, nonché consulenze culinarie. Un’esperienza davvero unica, ideale per chi non si accontenta del tradizionale soggiorno in hotel.

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The British Virgin Islands Tourist Board & Film Commission

Testo di Francesca Calò, Foto di Lucio Rossi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

 

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