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Il 27 maggio il Presidente Sergio Mattarella ha detto ‘no’ a un governo nel quale avrebbe agito un ministro favorevole all’uscita dell’Italia dal sistema Euro, con le evidenti conseguenze negative per il paese, specie sotto il profilo economico. Apriti cielo! I Media si sono scatenati e, fra questi, la parte del leone l’hanno fatta i Social (specie Twitter e Facebook). Personalmente, grazie alla fortuna di non avere ancora il cervello in pappa e forte del convincimento che è più che giusto che quello che penso trovi un contraltare di opinioni diverse dalla mia, sono rimasto davvero (nell’ordine): incredulo, disgustato e alla fine depresso per il cumulo di (sempre nell’ordine): odio puro, cattiverie gratuite, astio preconcetto, espressi in varie forme dagli artisti della penna che si reputano convinti di poter dire ciò che vogliono in quanto depositari della verità assoluta. Per fortuna, e qui scivoliamo nel ‘folclore’, altri contributi – molti dei quali pertinenti e civili pur se di opinioni contrapposte – hanno fatto pensare che coloro che li hanno scritti non avessero (ancora nell’ordine): dimestichezza con la lingua italiana; difficoltà nel mettere in fila i pensieri; idee affastellate e nebulose a creare un ingorgo mentale difficile da districare; ricorso a triti luoghi comuni; utilizzo dell’insulto per superare l’evidente obnubilamento mentale. Pacatezza, apertura al pensiero degli altri, senso civico? Nemmeno parlarne. Sapere che qualcuno ha scritto: ‘disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo’, non fa parte del bagaglio di conoscenze di questa gente. Per la cronaca, è una frase di donna: l’ha scritta Evelyn Beatrice Hall (1868-1956) biografa di Voltaire.
È arrivato il momento di dare un occhio a ciò che la ‘rete’ ha vomitato o semplicemente scritto.
Ecco il ‘festival’ del Presidente. Incipit: ‘dovremmo fargli fare la fine del pezzo di merda del fratello’.
Il fratello era Piersanti Mattarella, presidente della regione siciliana, assassinato dalla Mafia nel 1980. Questa ‘perla’ è stata definita dalla stampa ‘disgustosa immondizia’ e ha raccolto in un batter d’occhio, attorno all’hashtag ‘iostoconmattarella’ quasi centomila adesioni. Poi è entrato in scena Vittorio Di Battista, papà del deputato ‘Dibba’ cinque stelle Alessandro, che tra le altre cose ha scritto: ‘il Quirinale è più di una Bastiglia: ha quadri, arazzi, tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo arricchirebbe di democrazia questo povero paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate. Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature’. È molto probabile che le ‘seccature’ finirà per averle lui, indagato per violazione dell’art. 378 (offese al prestigio e all’onore del capo dello Stato); se condannato – ma quando mai! – rischierebbe una decina di anni di galera. Così come quel poliziotto di Catania che (in divisa) ha messo su Facebook un filmetto nel quale dichiara, a fronte alta: ‘la sovranità decade; io non ci sto’. Oppure come i Sindaci dei Comuni di Lazzate, Ceriano Laghetto, Biassono, Varedo, Renate, Albiate, che hanno fatto togliere dalle Sale Consiliari il ritratto del Presidente; il Prefetto di Milano si è per ora limitato a dire che ‘il gesto non passerà inosservato’.
La carrellata finale, sempre con l’argomento ‘Mattarella e dintorni’, per lo meno qualche sorriso lo raccoglie. Qualcuno ha scritto (come riportato): ‘il Presidente Mattarella ha dovuto dire di no perché questo e il volere di Bruxxel la ns. e’ una Repubblica a sovranita limitata i ns. governi prima devono piacere a Bruxel poi a noi’. Al che qualcuno ha aggiunto: ‘tipico esempio di chi fatica a mettere due parole in fila, ma sente di dover parlare lo stesso, anche se non sa tanto bene cosa sta dicendo’. C’è poi chi, gonfio di sdegno, si rivolge al presidente dandogli del ‘lei’, ma non manca di andarci giù pesante: ‘è una vergogna chiamarla Presidente della Repubblica, lei ha presieduto un abuso e una violenta azione golpista contro la legittima volontà popolare di cui lei non ha potere se questa è espressa e sancita dal voto’ e chi, ancora, è decisamente confidenziale: ‘Mattarella vedo che tu come altri sei solo un servo che vende il suo paese senza tutelare dignità e onore nazionale e tanto meno i nostri interessi che hai dato in pasto alle banche’. Il giudizio finale (teneramente ingarbugliato) riassume la confusione mentale di questi tempi: ‘L’Italia non è un’isola e deve avere gli onori e gli oneri di una appartenenza dalla quale è favorita non solo economicamente senza dimenticare il suo prezioso contributo in termini di valori e di umanità che i nuovi barbari vogliono distruggere mettendo a nudo quel che di peggio serpeggia nella pancia di un paese sofferto’. Gli avessero chiesto di esprimersi sull’impeachment, cosa avrebbe risposto?
del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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