Acque Interne: turismo “slow” collaudato

Verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso (fa una certa impressione il “salto” a ritroso nel tempo!) ho partecipato a una “due giorni” fluviale lungo il Po. La Motonave si chiamava Stradivari e (naturalmente!) partiva da Cremona per raggiungere Venezia e la laguna. L’itinerario era bello e riposante: chilometri e chilometri (meglio chiamarli miglia fluviali) di verde, di acque calme e talvolta mulinanti, di squarci improvvisi di sabbia bianchissima, con numerose isole e isolotti soggetti ai capricci delle piene e delle magre del fiume. Ogni tanto si incontrava la foce di un affluente: ecco le acque pigre e limacciose del Taro, dell’Enza, poi quelle più azzurre dell’Oglio, del Mincio; tutte acque di fiumi minori che si insinuavano nel grande Po facendosi strada fra rive dense di vegetazione. Dove le correnti si univano, quasi sempre si incontrava lo spettacolo – ormai raro – dei trabocchi, grandi reti per la pesca che dondolavano al vento; reti sostenute da quattro funi che partendo dagli angoli finivano per annodarsi a un enorme e flessuoso bastone infisso nella riva. Verso la fine del viaggio, c’era il passaggio delle chiuse che portavano ai canali di collegamento con la laguna veneta. Raggiungere Venezia dalle acque interne che tutta l’avvolgono, è stata un’esperienza visiva che mi ha accompagnato negli anni, con la motonave che scivolava, lenta e silenziosa, sfiorando isole, piloni, barchini e motoscafi, per approdare infine nella magnificenza perpetua di piazza San Marco.

Sono passati gli anni e – com’è ovvio che sia – il turismo fluviale da minore è diventato importante anche in Italia, pur se non ai livelli di altri paesi europei, Francia in testa. Il Po, con i suoi 652 chilometri di lunghezza, 389 dei quali sono navigabili, continua ad essere il più attrezzato e frequentato dei luoghi per il turismo fluviale. Dispone di porti con banchine e di attracchi vari; La navigazione è resa “vivace” da un sistema di conche che consentono il superamento dei livelli naturali d’altitudine di ogni singolo fiume o canale. Oltre al Po, l’Italia del nord ha diverse altre possibilità d’escursione sulle acque: nei laghi anzitutto (Maggiore, Como, Iseo e Garda) nella stessa laguna veneta fino a Grado e a Trieste; interessante è poi la discesa del fiume Brenta sul Burchiello, con itinerari dal fascino storico e culturale che toccano una cinquantina di residenze estive della nobiltà della Serenissima, tra le quali Villa Pisani, la Barchessa Valmarana, Villa Widmann e Villa Foscari, più nota col nome di Malcontenta. Anche il fiume Sile offre itinerari che hanno come epicentro Treviso, città d’acque. Da ricordare anche le escursioni organizzate lungo il canale Navicelli che unisce Pisa a Livorno, oltre a quelle storiche sui laghi Trasimeno, Bracciano e Bolsena.  Con 850 chilometri di acque interne italiane navigabili, crescono le possibilità di scelta per una vacanza breve o lunga nella bella stagione: estate, autunno.

 

Ora uno sguardo finale ai rimanenti paesi europei. Quello che vanta la maggiore diffusione di collegamenti fluviali interni è senza alcun dubbio la Francia. La navigazione è diffusa in diversi bacini: Senna, Saona e Rodano, centro Borgogna, sud-ovest della Francia (Canal du Midi, Garonna ecc.) dell’est (Reno, Mosella) e dell’ovest (Loira e fiumi minori). Il sistema, nel complesso, conta su 8.500 chilometri di fiumi e canali integralmente navigabili e poggia solidamente su un rete operativa di 25 piroscafi adibiti a crociere di una certa rilevanza, oltre 360 battelli promenade e più di 1.800 houseboat; senza dimenticare i peniche-hotel, nei quali è possibile trascorrere la notte. Altri paesi che amano “andar per acque” sono l’Inghilterra col fiume Tamigi, la Spagna con l’Ebro, la Germania con la zona di Brandeburgo prossima a Berlino. Transnazionali sono al contrario i sistemi fluviali dell’Alto Reno, che interessano tre paesi: Francia, Svizzera e Germania e quelli del Danubio, che ospita crociere molto popolari che possono contaresu ben 2.400 chilometri di acque navigabili; le nazioni toccate dai vari battelli – nel loro affascinante tragitto – sono addirittura dieci: Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Romania, Bulgaria, Ucraina e Moldavia. In tutte queste aree fluviali sono possibili escursioni brevi in battello, crociere maggiormente articolate, più un insieme di attività sportive e ricreative a sempre maggiore diffusione: canottaggio, canoa, kayak, pesca sportiva, visite a parchi nazionali e regionali, cicloturismo, turismo equestre, trekking, passeggiate. Non mancano mai lo shopping e le scoperte enogastronomiche, in occasione delle frequenti visite ai centri rivieraschi.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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