Lusto, museo ‘vivo’ di Carelia

dal “Columnist” Federico Formignani

Il territorio della Finlandia è ‘rigato’ da enormi cicatrici azzurre (i laghi) che corrono grosso modo parallele da sud-est verso nord-ovest. Le cicatrici più profonde, oggi coperte d’acqua, sono il risultato dell’ultima glaciazione, occorsa circa 10.000 anni fa. Dovevano essere ghiacci di proporzioni bibliche, quelli prossimi al Polo; solo così si spiega il panorama incredibilmente ricco di acque che contraddistingue l’intero Paese e le due zone finlandesi più note: la Lapponia nell’estremo nord e la Carelia nell’estremo est. Al posto dei ghiacci, acqua, dunque; a ricoprire lo zoccolo roccioso più antico della terra, ricoperto da una varietà di erbe e di piante che rappresentano la vera ricchezza della Finlandia; una ricchezza che è in primo luogo spirituale e solo dopo ‘anche’ materiale. Togliete a un finlandese la foresta e si sentirà nudo, in ogni senso. Mi è stato spiegato che per un finnico ‘la foresta è un’entità multidimensionale che comprende antiche credenze, folclore e vita moderna’. La moderna Finlandia – uno dei Paesi più evoluti e civili della vecchia Europa – per mezzo di uno sfruttamento programmato che sottostà a regole severissime, ricava grandi ricchezze dal suo legname. Ma non viene mai meno, in ogni cittadino finlandese, quel rapporto istintivo e insieme misterioso che lo lega sin dalla prima infanzia – ed è un amore che durerà tutta la vita – al verde intenso dei suoi boschi, al grigio-azzurro cangiante dei suoi laghi.

Finnish Forest Museum

La parola ‘lusto’ indica l’anello che si sviluppa all’interno dell’albero: dal nucleo originario della pianta bambina, sino all’ultimo del grande tronco, protetto a sua volta dalla corteccia. Il ‘lusto’ mette a nudo la vita dell’albero: i suoi anni, le malattie, le difficoltà di crescita – magari temporanee – a causa di condizionamenti esterni. Lusto è anche il nome azzeccatissimo di un Museo unico nel suo genere: quello dedicato al legno di Finlandia, alla sua storia, al suo stretto legame con la vita di ogni giorno, alle molteplici attività che vi gravitano attorno, alle creature che popolano le foreste, alle specie botaniche che le completano. Il Museo Lusto si trova non lontano dal piccolo centro di Punkaharju, a sua volta prossimo alla cittadina di Savonlinna. Il confine russo è solo a una decina di chilometri. Al di là, prosegue la Carelia un tempo finlandese, che termina sulle rive del grande lago Ladoga.

Markku Rauhalahti, direttore del Museo nell’anno dell’inaugurazione (1994) sosteneva con orgoglio che questo era il ‘museo del consenso’ perché pensato da più componenti della società come centro studi, sperimentazione e insieme crogiuolo di raccolta e smistamento delle idee. Non meno ‘attivo’ era sembrato il pensiero dell’architetto Rainer Mahlamaki, che aveva progettato il fantastico edificio centrale del Lusto, simile a un enorme tronco tagliato e infisso nel terreno: ‘noi dobbiamo concentrare la nostra attenzione sui visitatori che verranno per vedere il nuovo Museo, ma dobbiamo anche pensare a quelli che non sono ancora nati! Come apparirà l’edificio museale fra 50 anni? Avrà solo un valore nostalgico allora?’. L’augurio del progettista prevedeva per Lusto, negli anni a venire, uno sviluppo tale da coinvolgere altri spazi della foresta, raccogliendo conoscenze a beneficio delle future generazioni. Quali le piante delle foreste finlandesi, la cui ‘vita’ è ampiamente illustrata nelle varie sale del Museo? Tantissime: l’ontàno grigio e nero, l’olmo, il frassino, il pioppo, varie specie di betulle, compresa quella endemica di Carelia. E ancora: il faggio, la quercia, l’abete, il nocciolo, il ciliegio selvatico, l’ippocastano, il tiglio, il larice, l’acero, il salice, il pino silvestre e quello nano. Per finire, cespugli di ginepro, sambuco, rosa canina, sorbo, lillà… Dappertutto: il muschio. Verde, colori e profumi di Finlandia. ? ff

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