Contribuire a preservare il patrimonio storico-architettonico esistente e, al contempo, rendere possibile il soggiorno in un edificio antico, con il piacere che ne deriva, è tra gli scopi del Premio “Albergo storico dell’anno in Alto Adige”.
Istituito nel 2007 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e l’Unione albergatori e pubblici esercenti, il Premio nasce con l’intento di incoraggiare il miglior utilizzo del patrimonio storico architettonico disponibile, valorizzando le scelte di recupero, di salvaguardia e tutela che, in generale, ogni progetto di ridestinazione d’uso di un edificio dovrebbe considerare. Una cura attenta è richiesta, in particolare, quando si voglia offrire un’esperienza di soggiorno la più completa e ricca possibile, miscelando sapientemente l’organizzazione degli spazi, il comfort, la storia dell’albergo ma anche la qualità dell’offerta gastronomica. Una sfida non semplice per ogni imprenditore del settore turistico.
Ma quali sono i criteri per la valutazione di un albergo o ristorante, da parte della giuria del Premio? Deve trattarsi prima di tutto di albergo o ristorante storico che risale al periodo tra il Medioevo e il Novecento e si valuta l’intero complesso d’edifici e la sistemazione dell’ambiente circostante. Quindi, per ogni singolo edificio, si giudica l’esterno, l’interno, la tipologia e la distribuzione originale, nonché l’arredo completo. Eventuali ampliamenti e costruzioni annesse, come pure elementi dell’arredo, possono essere realizzati e sistemati in un linguaggio architettonico contemporaneo di qualità.
Per il 2017 il premio, conferito a ottobre 2016, “Albergo storico dell’anno in Alto Adige” è stato assegnato all’Hotel Castel Sonnenburg, in Val Pusteria: un’antica abbazia di monache benedettine, arroccata su un colle, trasformata in hotel 4 ****S, i cui ospiti possono godere del piacere di un viaggio artistico e culturale attraverso un millennio di storia. La Giuria, attribuendo il premio all’Hotel Castel Sonnenburg di San Lorenzo di Sebato, ha inteso riconoscere l’opera di restauro graduale, estesa nei decenni, che ha peraltro permesso di effettuare ritrovamenti significativi e acquisire importanti conoscenze in campo archeologico, architettonico e artistico. Infatti se Sonnenburg non è rimasto un rudere – poiché così era descritto nel catasto austriaco del 1858 – il merito va all’intuito dell’imprenditore tedesco Karl Knötig, padre dell’attuale proprietario Gunther. Dopo aver acquistato nel 1965 le storiche rovine, Karl Knötig mise in sicurezza l’Ala delle Badesse, l’unica ancora abitabile, avviando il restauro del complesso, la sua parziale ricostruzione e il riutilizzo attuale in funzione di albergo con 38 camere. “Attraverso gli scavi eseguiti nell’area della cripta, della chiesa e del chiostro, il nuovo proprietario, in collaborazione con archeologi, storici dell’arte e dell’architettura e Soprintendenza ai Beni culturali, riportò alla luce la storia ormai dimenticata dell’antico monastero, facendone consolidare le parti in rovina oltre a restaurare e ricostruire gli edifici”. Un viaggio che parte da lontano, come testimoniano i resti degli insediamenti preistorici, l’edificazione probabile di un castello (nei secoli X e XI), la fondazione nel Medioevo di un’abbazia di monache benedettine, la secolarizzazione e il successivo utilizzo come ospizio per i poveri e gli anziani, fino al suo abbandono e, infine, alla ridestinazione d’uso come albergo.
Oggi ambienti di grande suggestione sono, in particolare, la Sala di ricevimento della Badessa e la Stube con il soffitto barocco del 1737 a cassettoni di legno, che costituiscono il cuore dell’hotel, con la loro funzione di sala da pranzo e soggiorno. Negli ambienti delle cantine sono state inserite la piscina coperta e l’area wellness, mentre all’esterno le imponenti mura che circondano il monastero ricordando una cittadella fortificata, servivano a proteggere dalla minaccia di incursioni di turchi e altri nemici. Un’altra struttura interessante che fa parte del complesso è Casa Pfister (1470), inizialmente abitazione del guardiano che diventa, in età barocca, il forno del monastero e infine un’abitazione. Rimasta inutilizzata per molto tempo, l’edificio è stata oggetto di un accurato restauro ed è oggi un grande appartamento per vacanze con un giardino privato.
Testo di Licia Zuzzaro |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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