Viaggi e Viaggiatori – Avventure nel Tempo

Centocinquant’anni dopo la scoperta dell’America (1492), la gente continua a navigare con l’intento di approdare verso nuovi territori, per conoscere nuove popolazioni ma soprattutto – va detto – per acquisire nuove ricchezze attraverso l’oro e i preziosi ma anche per mezzo delle spezie e dei traffici commerciali.
Quello che paesi prima sconosciuti hanno di diverso e in grande abbondanza rispetto all’Europa, diviene oggetto di mercato e di scambio di denaro.

Fra i navigatori più noti del XV e XVI secolo, troviamo spagnoli, portoghesi, italiani poi tanti altri di diverse nazionalità; agli inizi del XVII secolo, con l’intensificarsi dei contatti mondiali, acquisisce buona fama il navigatore olandese Abel Tasman, nato nel 1603 in un villaggio prossimo alla città di Groninga, figlio di marinai olandesi ebrei sefarditi.
La gioventù di Abel scorre tutto sommato anonima sino al 1631, quando si trasferisce ad Amsterdam per lavoro e qui si sposa; due anni dopo entra nella celeberrima Compagnia delle Indie Orientali e si trasferisce a Batavia (l’odierna Giacarta).
Nel 1637 torna in Olanda, prolunga il contratto di lavoro con la Compagnia e ritorna a Batavia con la moglie. I viaggi di maggior rilievo di questo navigatore-agente, se così lo si può definire, saranno compiuti tra gli anni 1642 e 1648; un secolo e mezzo dopo quello di Colombo.
Unica differenza, Tasman esplora la parte australe del mondo che allora gravitava nella sfera d’influenza dei Paesi Bassi.
Viaggi in estremo oriente e partenza per le Terre del Sud
Gli impegni marinari per Tasman si fanno sempre più frequenti e non sempre sono assistiti dalla fortuna; come quello del 1639 nel quale è secondo in comando in una spedizione esplorativa del nord Pacifico, con due navi e un equipaggio di 90 persone, 40 delle quali moriranno a Formosa, l’attuale Taiwan.
Negli anni 1640 e 1641 segue un viaggio in Giappone, mentre l’anno successivo si reca a Palembang, nella indonesiana isola di Sumatra e acquisisce grandi meriti con i suoi datori di lavoro per una trattativa commerciale condotta con successo con il Sultano del luogo.
La svolta della carriera avviene nel mese di agosto del 1642, quando il Consiglio della sua società chiede ad Abel Tasman e a Franchoijs Visscher di compiere un viaggio nelle Terre del Sud; così venivano definiti in maniera vaga i territori posti nel sud dell’oceano Pacifico, territori che nessun europeo aveva mai visitato.
Il primo approdo raggiunto è l’isola Mauritius¸ nella quale la spedizione si trattiene per un mese perché il forte vento impediva di riprendere una navigazione sicura; il lato positivo della permanenza nell’isola è però dato dalla facilità di rifornimento di cibo e acqua, molto abbondante a Mauritius, senza contare il prezioso legname reperibile per le riparazioni dei navigli.
Scoperta della Tasmania e della Nuova Zelanda

Il periodo di riposo a Mauritius viene interrotto il giorno 8 ottobre, quando le navi partono. Dopo un mese di navigazione, tormentata da continuo brutto tempo (grandine e neve) che costringe Tasman a cambiare rotta più volte verso il sud dell’Oceano Indiano, finalmente il 24 novembre del 1642 le navi raggiungono la costa occidentale della Tasmania, a nord di Macquarie Harbour.
In un impeto di patriottismo, Tasman battezza la nuova scoperta Terra di Van Diemen, rendendo in questo modo omaggio a Anthony van Diemen, Governatore Generale delle Indie orientali.
Seguono alcuni giorni di navigazione dedicati ad esplorare nuovi approdi sino al 3 dicembre, quando Abel Tasman prende formalmente possesso del territorio in nome dell’Olanda.
Mari diversi – spesso preda del cattivo tempo – questi meridionali del Pacifico. L’intenzione di far rotta verso nord viene infatti frustrata dalle non buone condizioni climatiche; viene quindi scelta la rotta di sud-est e il 13 dicembre, dopo la Tasmania, la spedizione raggiunge così la Nuova Zelanda, che Tasman chiama Staten Landt pensando a un collegamento ideale con l’isola dallo stesso nome situata nell’estremo meridione del continente sud americano.

Nei giorni che seguono, l’olandese naviga lungo le coste delle due isole neozelandesi, affrontando anche scontri cruenti con le genti Māori. Navigando verso nord, battezza come Bight Zeehaen (baia, golfo di mare) quello che in realtà era lo stretto che divide le due grandi isole della Nuova Zelanda, poi diventato stretto di Cook.
La spedizione intraprende la via del ritorno verso Batavia e i mari del Pacifico si presentano più tranquilli di quelli percorsi prima; il 20 gennaio del 1643 viene raggiunto l’arcipelago delle isole Tonga e successivamente quello delle isole Figi, dove le navi rischiano di naufragare sulle pericolose scogliere.
Lungo la rotta di casa, Abel Tasman raggiunge il gruppo delle isole Salomon, costeggia la parte nord della Nuova Guinea e torna infine a Batavia il 15 giugno dell’anno 1643.
Esplorazione della costa nord dell’Australia

Il secondo viaggio di Tasman, al comando di tre navi, avviene nel 1644. Segue inizialmente le coste della Nuova Guinea questa volta del sud, ma giunto in vista dello stretto di Torres, che separa la grande isola dall’Australia, preferisce continuare il viaggio invertendo la rotta e seguendo il profilo nord del continente australiano.
Sotto il profilo scientifico, un viaggio questo sicuramente utile di nuove indicazioni geografiche e ambientali: viene mappata la nuova terra chiamata Nuova Olanda e redige interessanti rapporti sulle popolazioni incontrate e sulle loro abitudini di vita.
Purtroppo, secondo il punto di vista del Consiglio della Compagnia delle Indie, il viaggio è un mezzo insuccesso; nessuna prospettiva per nuovi commerci, nessun materiale prezioso da poter sfruttare.
Questo atteggiamento (e decisione) della Società olandese ha in seguito influito negativamente sullo sviluppo di questa zona per oltre un secolo, unitamente alla Tasmania e alla Nuova Zelanda; solo qualche navigante europeo è stato visto da queste parti, approdatovi forse per errore; mai comunque con spedizioni intenzionate ad arrivarvi.
Disavventure e riabilitazione degli ultimi anni di vita

La città di vita e di lavoro di Abel Tasman è oramai Batavia e qui ottiene i giusti riconoscimenti e qui affronta nuove e dure prove.
Dapprima, il 2 novembre del 1644, viene nominato membro del Consiglio di Giustizia della città. Tra gli incarichi avuti, si registra un viaggio a Sumatra del 1646 e uno in Siam (l’attuale Tailandia) l’anno dopo.
Nel 1648 viene inviato a Manila con un preciso incarico, ambiguo ma comprensibile per l’epoca: intercettare e spogliare le navi spagnole che provenivano dall’America cariche d’argento; impresa che però non gli riesce e che gli procurerà non poche invidie e desideri di rivalsa nelle alte sfere di comando della capitale.
Nel novembre del 1649 viene infatti accusato e riconosciuto colpevole di avere nel corso dell’anno precedente impiccato uno dei suoi uomini senza processo; per tale colpa viene sospeso dall’incarico di comandante, viene multato e costretto a risarcire i familiari del marinaio giustiziato.
Seguirà, nel gennaio del 1651, il reintegro nei suoi ranghi di comando e di rappresentanza nella società. Abel Tasman trascorre i suoi ultimi anni di vita a Batavia in ottime condizioni finanziarie, essendo uno dei più grandi proprietari terrieri della città.
Muore nella città di Giava nell’ottobre del 1659 lasciando ad ogni povero del suo villaggio di nascita (Lutjegast) la somma di 25 Fiorini.
Libertas Dicendi n°346 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.