Prosegue il ‘giro d’Italia’ dei luoghi che rappresentano, a vario titolo, la conservazione e la valorizzazione di beni naturali e storici di riconosciuto valore. Il verde, in questa ricerca e insieme riproposta – spunto e suggerimento per visite gradevoli e istruttive – gioca un ruolo di primaria importanza. Non sono da meno i ‘contenitori’: ville, palazzi, castelli e addirittura regge (come nella descrizione odierna); gli edifici cioè da sempre inseriti in queste realtà botaniche. Per la prima visita, si prende il battello dal Molo Beverello di Napoli e si approda a Capri. Per la seconda meta, è sufficiente un tragitto in bus o treno, sempre da Napoli.
Villa San Michele, Anacapri (Isola di Capri, Napoli) – Tra il 1896 e il 1910, la Villa San Michele di Anacapri, secondo Comune della famosissima isola del golfo di Napoli, è stata proprietà di Axel Munthe, dapprima medico della corte reale di Svezia (la regina Vittoria è stata sua ospite nell’isola) e in seguito medico condotto a Capri durante gli anni della sua permanenza. La villa gode di una posizione panoramica eccezionale. È sospesa a oltre trecento metri sulla piccola baia di Capri che accoglie i battelli che arrivano da Napoli. Un tempo vi sorgeva una villa imperiale romana le cui rovine, conservate dal medico svedese, sono ancor oggi visibili nel giardino; sempre nell’area c’erano anche resti di una cappella medievale, anch’essa conservata e risistemata.
Del complesso di Villa San Michele, valorizzato da Axel Munthe, oltre alla ‘costruzione’ architettonica del giardino, colpisce l’apertura dell’insieme ad accogliere il mare e il cielo, obiettivo questo indicato nel libro del medico scrittore (La Storia di San Michele, del 1929): ‘la mia casa deve essere aperta al sole, al vento e alla voce del mare, come un tempio greco; e luce, luce, luce ovunque’! Nel particolare microclima del rigoglioso giardino convivono piante caratteristiche della flora mediterranea, accanto a quelle di altri continenti. Tra le rarità, la Kochia saxicola che, estinta nel resto del mondo, è sopravvissuta solo a Capri. Attualmente Villa San Michele è un museo; ospita per brevi periodi numerosi studiosi e artisti svedesi; ospita inoltre una stazione ornitologica e un’oasi naturale.
Parco e Giardino Inglese della Reggia di Caserta – La reggia e il Parco Reale, meta di numerosissimi visitatori, godono di fama mondiale. L’incarico di progettarli, nella seconda metà del XVIII secolo, è stato dato da Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, all’architetto Luigi Vanvitelli. In primo luogo il Palazzo, definito l’ultima grande realizzazione del barocco italiano, abitato sin dal 1780 ma terminato nell’anno 1845, con un costo complessivo di quasi nove milioni di ducati del tempo; qualcosa come 450 milioni di Euro attuali (senza la naturale ‘inflazione’ del tempo trascorso). Altro record del grandioso complesso: ha 1200 stanze e 1742 finestre. Uscendo dal palazzo si entra nel parco di 122 ettari complessivi, diviso in due parti: la prima è costituita da vasti parterres, separati da un viale centrale che conduce alla fontana Margherita e introduce a diversi viali fiancheggiati da boschetti di tigli, carpini e lecci. A sinistra del palazzo, nel cosiddetto ‘bosco vecchio’ sorge la Castelluccia, un castello in miniatura. Verso nord si trova la Peschiera Grande, un lago artificiale con un isolotto, un tempo teatro di piccole ‘battaglie navali’! La seconda parte del parco inizia dalla fontana Margherita e sale al ponte d’Ercole, dove parte la grande ‘via d’acqua’. Lungo il declivio della collina si alternano bacini e vasche ornate di statue. Due larghi viali, delimitati da spalliere di lecci e boschetti di querce, accompagnano la teoria di vasche fino al grande bacino dentro cui precipita l’imponente cascata del monte Briano. Accanto alla fontana di Diana e Atteone, verso la fine del Settecento e per volere della regina Maria Carolina, è stato creato il Giardino Inglese sotto la guida del giardiniere John Andrew Graefer, affiancato dall’architetto Carlo Vanvitelli, succeduto al padre nella direzione dei lavori della Reggia.
del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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