Borghi d’Italia: Brisighella (Ravenna)

Nel 1594 il vescovo Andrea Callegari scrive: “…che l’aria ne sia perfetta, ne fa testimonio la lunga età di molti uomini che per tempo si possono numerare di novanta, cento e più anni in perfetta sanità”. Aria buona allora, aria buona anche oggi, a Brisighella!

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Veduta del borgo di Brisighella ©brisighella.org

Un borgo dal nome sbarazzino e dalla storia lineare

All’epoca del vescovo Callegari il nome del paese era Braxeghella o Brissichella, subito stabilizzatosi in quello attuale. Ha più di un’etimologia: forse dal longobardo brix (luogo alto, scosceso); oppure dal tardo latino brisca (terra spugnosa) o forse ancora dal casalingo brassica (cavolo) vegetale spontaneo un tempo diffuso.

Nome a parte, i fatti storici salienti del paese possono essere condensati in poche date. Risale al 1290 la costruzione a scopo difensivo di una rocca, edificata su un pinnacolo gessoso della valle del fiume Lamone; artefice: Maghinardo Pagani da Susinana, a difesa dai Manfredi di Faenza, casato che poco dopo (è il 1310) riesce nell’intento di occupare il territorio e costruisce una seconda e più grande rocca per i circa duecento abitanti del luogo.

Un favorevole periodo di autonomia è quello del 1410, quando Brisighella diviene capoluogo di contea e si dota di statuti propri. Ma non dura molto; infatti nel 1503 Cesare Borgia invade la zona che cade così sotto il dominio dei Veneziani; per merito loro viene aggiunta alla rocca un torrione, con una potente guarnigione militare a difesa.

L’anno della svolta storica è il 1509: malgrado gli apparati di difesa, le truppe del Papa saccheggiano il borgo la rocca e da quella data, sino all’anno 1860, Brisighella entra a far parte dello Stato Pontificio.

Sono anni abbastanza tranquilli e di considerevole progresso economico e sociale, quelli che il borgo vive. Si producono sete pregiate, berretti di lana (molto richiesti a Bologna e Firenze), il carbone di legna e si raccolgono castagne (marroni) che attraverso Venezia arriveranno sino ai mercati d’Oriente. Il paese si espande oltre le mura originarie.

Artisti, soldati di ventura e cardinali

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©brisighella.org

Nonostante avesse acquisito notorietà internazionale, con sue opere in musei italiani e stranieri, Giuseppe Ugonia (1881-1944, acquarellista, incisore, litografo) è sempre rimasto legato a Brisighella; nel museo a lui dedicato sono raccolte oltre quattrocento opere dedicate al territorio tanto amato e illustrato.

Un secondo personaggio è stato Dionisio Naldi (1464-1510) soldato di ventura proveniente dalla valle del Lamone, noto per il coraggio e temuto per la ferocia.

Chiamato col nome del suo paese, il Naldi è stato al soldo di vari padroni:lo troviamo a fianco di Caterina Sforza nella difesa della rocca di Imola, contro Cesare Borgia. Poi entra fra le milizie dello stesso Borgia, entrambi arruolati dalla Repubblica di Venezia della quale diviene comandante di tutte le fanterie per la sua audacia e valore.

Con la Serenissima, assedia Padova e Verona, città nella quale muore per una malattia. Viene sepolto a Venezia nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, vale a dire il pantheon dei Grandi della Repubblica.

Infine, quella che può essere definita una curiosità statistica: un primato di Brisighella difficilmente superabile: quello cioè di aver dato i natali a ben otto Cardinali, tutti destinati a ricoprire cariche di prestigio in seno alle gerarchie ecclesiastiche.

Antiche pietre, civili e religiose

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Brisighella veduta del castello ©brisighella.org

Il Municipio di Brisighella ha sede nel Palazzo Maghinardo, prossimo alla più caratteristica via sopraelevata del paese: Via degli Asini (Via del Borgo). Questa è una via interamente coperta, illuminata da archi a forma di mezzaluna di differenti ampiezze, edificata tra i secoli XII e XIII;inizialmente come baluardo di difesa, quindi come abitazione dei birocciai che trasportavano il gesso delle vicine cave a dorso di mulo.

Loro abitavano i piani superiori delle case, mentre di fronte agli archi c’erano i cameroni, stalle per le bestie. Notevole a Brisighella è anche la Torre dell’Orologio del 1290, ricostruita nel 1548 e ridimensionata nelle forme attuali nel 1850; sovrasta il borgo ed è prossima alla Rocca manfrediana a suo tempo edificata per il controllo sulla valle del Lamone.

La Rocca è composta dal Torrione veneziano dei primi del XVI secolo e dal trecentesco Torricino edificato dai Manfredi di Faenza.

Sul terzo colle del paese c’è il Santuario del Monticino, mentre appena fuori dall’antica linea delle mura si trova la Collegiata di San Michele Arcangelo, ultimata nel 1697. Altri due importanti edifici religiosi sono la Chiesa dell’Osservanza, eretta nel 1525 e la Pieve del Tho, le cui origini risalgono all’VIII-X secolo ed è chiamata Tho (Ottavo) perché posizionata all’ottavo miglio dell’antica strada romana.

È un affascinante edificio in stile romanico a pianta basilicale, a tre navate. Ecco Brisighella, borgo super della super Italia.

Libertas Dicendi n°314 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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