Borghi d’Italia: Locorotondo (Bari)

… l’emozione di trovare nell’aria le case pulite, le cummerse nel cielo issate come stendardi, le strade tagliate dal vento; insomma, quella forma oggettiva che va sotto il nome di Locorondo... (Giuseppe Giacovazzo, nel suo “Paese vivrai”).

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Il centro di Locorotondo, in Puglia Photo by Tommaso Cantelli on Unsplash

Un borgo dal nome appropriato

Non poteva avere altro nome che questo, Locorotondo. Un paese dalla forma circolare nel quale i vicoli, le stradine, paiono infilarsi di soppiatto fra le case; non certo per nascondersi o annullarsi, bensì per assorbire le lame accecanti del sole che tutto sovrasta.

In questi vicoli, le case profumano di calce e poggiano su splendidi basamenti in pietra locale (le chianche), mentre le falde dei tetti sono lastre di pietra calcarea (le cummerse); proprio quelle impiegate per le coperture a cono dei famosi trulli.

Strade pulite, gerani a riempire i balconi in ferro battuto, l’incuria e il degrado non hanno cittadinanza a Locorotondo, perché la zona in cui sorge – le Murge dei Trulli e il verde della Valle d’Itria con ulivi secolari, vigneti e muretti a secco – non può che avere luoghi in sintonia con la natura e le attenzioni che l’uomo le riserba.

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Foto di lavaligiainviaggio da Pixabay

Una terra dai molti padroni

Così ha vissuto il proprio sviluppo la Puglia. Da sempre ponte naturale verso l’Oriente, ha visto insediarsi nel proprio territorio, dopo Roma, altre genti; alcune di passaggio, altre divenute stanziali.

Il primo documento ufficiale che definisce il nome della località, risale all’anno 1195 e indica la zona feudo del monastero benedettino di Santo Stefano la cui sede era dalle parti di Monopoli, sulla vicina costa adriatica.

Il Locus Rotundus tardo latino, degli inizi del XIII secolo, è infatti edificato sulla cima di un colle e verrà ben presto compreso entro una possente cerchia di mura esterne.

Alberobello, Bari, Italy
Alberobello, Bari, Italy

Dopo gli Angioini, segue il periodo dei possessi feudali (XV secolo); dai monaci alle baronie Del Balzo-Orsini, Loffredo (1486), Carafa (1499). In quest’arco di tempo vengono erette mura e castello, distrutti poi verso la metà dell’Ottocento. Nel 1566 Locorotondo diviene territorio comunale e a tale periodo risale la costruzione di nuovi edifici di culto.

Nel XVI secolo i conti di Conversano, come premio per l’aiuto dato a Ferdinando d’Aragona, ricevono in dono il dominio di Alberobello (che comprende anche il borgo) con oltre mille trulli, costruiti in forma circolare con la pietra calcarea della zona, ma rigorosamente a secco, senza malta; all’occorrenza, avrebbero potuto essere facilmente smantellati.

Questo consentiva di non pagare la tassa di edilizia imposta dal Regno di Napoli e permetteva ai conti di arricchirsi sempre più. Dal XVI al XVIII secolo il paese gode di una certa autonomia ma continua a soffrire la presenza di feudatari di provenienza napoletana e spagnola (Figueroa, Borrassa, Caracciolo).

Si arriva così ai tempi moderni e Locorotondo entra a far parte stabilmente fra i gioielli urbanistici d’Italia.

Chianche e Cummerse: cuore di Locorotondo

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Tutto è bianco nel centro di Locorotondo, i muri delle case imbiancati di calce Photo by Florin Kozma on Unsplash

Lastre di pietra nelle vie, coperture di tetti, di case e chiese e il bianco della calce caratterizzano il borgo. Gli edifici religiosi sono numerosi, a cominciare dalla chiesa della Madonna della Greca, del 1520, la cui fondazione risale al XII-XIII secolo: ha un portale interno con un bel rosone traforato, la volta a semi botte e la copertura a cummerse.

Sempre della metà del Cinquecento, esterna al centro storico, è la chiesa dell’Ospedale, mentre di un secolo posteriore è la piccola chiesa dello Spirito Santo. A ridosso della cinta muraria che in origine circondava tutto il borgo antico è ubicata la chiesa dell’Addolorata; è nel luogo un tempo occupato dall’antico Castello.

La chiesa Madre è dedicata a San Giorgio, patrono della città; edificio iniziato nel 1790 e concluso nel 1825. È affiancata dalla chiesetta dell’Annunziata, sorta su un oratorio del 1633.

Locorotondo, di tutto un po’

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Foto di lavaligiainviaggio da Pixabay

Il centro è piccolo, è vero, ma gli edifici sacri non sono tutto. Del XVIII secolo, oggi Biblioteca Civica, è l’ex Palazzo Comunale sovrastato dalla torre; un tempo ospitava l’università e il parlamento locale.

Di fronte e piazza Dante c’è la Villa Comunale intitolata a Giuseppe Garibaldi, uno dei migliori punti panoramici del paese. In fine Palazzo Morelli, del XVII secolo, notevole esempio di architettura barocca. Gloria dell’intera zona e della Puglia è il Trullo Marziolla, il più antico, risalente al 1559.

Infine, alcuni motivi d’orgoglio per gli abitanti del borgo: l’autore di musica sacra Francesco Acquaviva(1826–1879), il delizioso vino bianco Locorotondo doc e il canto a Diène (la Diana), una nenia cantata da alcuni componenti della banda musicale del luogo all’alba del 16 agosto di ogni anno, festa di San Rocco.

Libertas Dicendi n°311 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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