Juan Ponce de León, più colonizzatore che conquistatore

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Una caravella solca l’oceano, come al tempo di Juan Ponce de Leon ©Shutterstock

Questo è davvero un bel personaggio. Uno che potrebbe essere il protagonista di una pellicola colossal d’avventura, girata ovviamente su un’antica caravella dalle cento vele dispiegate al vento.

Parlo di Juan Ponce de León, spagnolo di Tierra de Campos, paesino dalle parti di Palencia nella storica regione di Castiglia e León. Nato nel 1460, poco più che ventenne partecipa alla Guerra di Granada, voluta dalla regina Isabella e dal Re suo marito Ferdinando II d’Aragona, per liberare l’ultimo territorio spagnolo ancora in mani musulmane.

Juan Ponce de Leon
Juan Ponce de Leon

Quelli che precedono la scoperta dell’America (1492) sono anni turbolenti per il Regno di Spagna, ma il giovane Juan Ponce, spirito avventuroso e ambizioso, sembra trovarsi a proprio agio anche con la fantasia che lo porta verso nuove terre, a bordo di uno dei molti vascelli affidati ai grandi navigatori della sua epoca.

L’occasione gli viene offerta all’età di 23 anni, quando si imbarca su una delle navi del secondo viaggio (1493) di Cristoforo Colombo verso il nuovo mondo raggiunto l’anno prima. Colombo era uno specialista di sbarchi insulari: prima San Salvador, isola seguita da altre delle Bahamas e dei Caraibi; nel secondo viaggio del navigatore genovese, Juan Ponce approda alle isole Turks e Caicos e poco dopo si trasferisce verso la più grande isola di Hispaniola, dandosi subito da fare.

Partecipa infatti con impegno alla sottomissione militare dei Taino, la popolazione locale, venendo ricompensato con l’incarico di governatore della provincia di Higuey, situata nella parte est dell’isola; quella che oggi è conosciuta come Repubblica Dominicana.

L’avventura controversa di Porto Rico

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La storica fortezza di San Juan di Porto Rico ©Shutterstock

Negli anni trascorsi a Higuey, Juan Ponce sente parlare spesso – da chi probabilmente vi era già stato – delle ricchezze contenute nella terra di Borinquen – l’odierna Porto Rico – altra grande isola a oriente di Hispaniola.

Si impegna non poco presso le autorità spagnole al fine di ottenere il permesso di visitare quei luoghi; raggiunto lo scopo, nell’anno 1508 conquista l’intera isola della quale diviene governatore l’anno dopo e nel 1511 fonda il primo insediamento chiamato Caparra, oggi rione della città vecchia poi divenuta San Juan, capitale di Porto Rico.

È fortunato Juan Ponce quando arriva, perché incontra il gran capo Taino Agüeybanà che lo accoglie con amicizia e sincero spirito di collaborazione.

Tuttavia Juan Ponce ricambia questa amicizia nel peggiore dei modi, perché lui e i suoi conterranei conquistadores obbligano gli indigeni Taino ai lavori forzati nelle miniere e li impiegano per costruire fortificazioni nei punti sensibili dell’isola, col risultato di provocarne la morte per il troppo lavoro e per le malattie portate dagli europei; malattie letali per le quali i Taino non hanno alcuna difesa immunitaria.

Questi avvenimenti si mescolano con quelli delle lotte di potere nelle nuove terre; alla morte di Colombo (1506), le autorità spagnole non concedono il titolo di governatore militare del nuovo mondo al figlio Diego, ma scelgono Juan Ponce per l’incarico; Diego inoltra ricorso all’alta Corte di Madrid che alla fine riconosce i suoi diritti e per tale motivo la Spagna, nel 1511, revoca in via definitiva la carica di governatore a Juan Ponce de León.

Il Castigliano, primo europeo a sbarcare in Florida

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La statua di Juan Ponce de Leon a Miami in Florida ©Shutterstock

La decisione delle autorità spagnole non viene naturalmente accettata da Juan Ponce, sia perché non vuole sottostare a Diego Colombo, sia perché considera danneggiata e compromessa la reputazione acquisita negli anni precedenti: prima a Hispaniola, quindi a Porto Rico.

Alla fine si convince sia giunto il momento di pensare a nuovi obiettivi e allo scopo ottiene il permesso di esplorare Cuba e le regioni a nord della grande isola.

Disponendo con tutta probabilità di ingenti risorse finanziarie, dovute al suo precedente incarico di governatore, Juan Ponce arma a sue spese ben tre navi e nel 1513 salpa per il suo viaggio esplorativo.

Il 27 marzo avvista Cuba ma decide di proseguire; il 2 aprile arriva nel continente americano in un luogo mai definito con precisione, ma di sicuro compreso nella costa orientale della Florida, nome questo dato alla zona dallo stesso navigatore spagnolo forse impressionato dalla rigogliosa vegetazione riscontrata o forse perché il giorno dell’approdo coincideva con il periodo pasquale; la data del 2 aprile viene ancor oggi celebrata a Miami come Pascua Florida Day.

Questo primo viaggio nel continente americano rappresenta per Juan Ponce l’occasione per compiere un’accurata esplorazione lungo tutta la costa della terraferma sino alle numerose isole Keys, superate le quali punta verso il lato occidentale della Florida raggiungendo Cape Romano.

Durante il viaggio vengono redatte mappe delle linee costiere e annotate le posizioni di fiumi e lagune. Juan Ponce completa la spedizione veleggiando verso l’Avana per poi ritornare in Florida, facendo sosta nella baia di Chequesta, l’attuale baia di Biscayne, dove più avanti nel tempo sarebbe stata edificata Miami.

Il sogno della Fonte dell’Eterna Giovinezza

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L’isola di Bimini nelle Bahamas, una delle prime toccate da Juan Ponce de Leon ©Shutterstock

Nei Caraibi e fra le popolazioni di questa vasta area ancora oggi si parla della leggenda secondo la quale il navigatore spagnolo avrebbe raggiunto la Florida per sbaglio, o quasi, dato che l’intenzione prima era quella di scoprire una fonte miracolosa in grado di assicurare l’eterna giovinezza; fonte localizzata nell’isolotto di Bimini, (oggi delle Bahamas) situato a mezza via fra la grande isola di Andros e la costa della Florida.

Leggenda questa dovuta all’opera di Gonzalo Fernández de Oviedo che nella sua Historia General y Natural de las Indias del 1535, sostiene che Juan Ponce avrebbe seguito con ostinazione tale obiettivo, con la speranza di poter curare l’impotenza sessuale della quale soffriva.

Ritorno in Spagna e ultimo viaggio in Florida

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L’ambiente selvaggio della Florida come deve aver visto Juan Ponce de Leon al tempo suo primo sbarco ©Shutterstock

Lasciata la baia di Biscayne, Juan Ponce riapproda a Porto Rico e nel 1514 fa ritorno in Spagna per informare le autorità del suo viaggio in Florida e delle scoperte fatte.

Prima di ritornare in America con il compito di colonizzare “l’isola di Florida” – questo gli chiedono in via ufficiale i funzionari del regno – riceve l’incarico di recarsi a Guadalupa per sottomettere la popolazione locale dei Caribe, a riprova del fatto che non difettava di buone capacità militari, acquisite nei precedenti incarichi di Hispanipla e Porto Rico.

La spedizione del 1515 a Guadalupa non è purtroppo delle più brillanti, motivo per il quale Juan Ponce ripara di nuovo a Porto Rico, trattenendosi nell’isola sino all’anno 1521.

Oramai sessantenne, il più volte governatore vuole dare un indirizzo finale alla propria esistenza; organizza infatti una spedizione composta da duecento uomini, cinquanta cavalli e altri animali domestici, su due navi che raggiungeranno la costa sud occidentale della Florida.

Scopo dichiarato: colonizzare il territorio creando una nuova comunità. Tale proposito viene però vanificato dalle tribù indie dei Calusa e dei Seminole che attaccano gli spagnoli e Juan Ponce viene ferito ad una spalla da una freccia avvelenata.

Tornati sulle navi, i colonizzatori fanno rotta verso l’Avana, città nella quale poco dopo l’intraprendente Juan Ponce de León muore, nel mese di luglio del 1521, a causa della ferita e del veleno.  

Libertas Dicendi n°347 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com