Abbazie e luoghi d’incanto: Malles e Venezia

Dopo aver ricordato i due insigni monumenti religiosi di San Fruttuoso di Camogli e di Piona nell’alto Lario (16 Ottobre), con le incomparabili bellezze paesaggistiche che li racchiudono, è la volta di altre due splendide abbazie del nord Italia: quella di Malles in Val Venosta e il Monastero Armeno della laguna di Venezia.

Abbazia di Monte Maria (Abtei Marienberg)

Questo monastero benedettino è situato a Malles, in alta Val Venosta, in provincia di Bolzano. L’abbazia si trova per l’esattezza nella frazione di Burgusio su un pendio a quota 1350 metri: il monastero benedettino più alto d’Europa. Nel fondovalle scorre il fiume Adige ancora “bambino”, mentre a oriente e a occidente incombono il Monte Alto e il Piz Selvenna, completati a sud dalle splendide vette del Parco dello Stelvio; luoghi questi che predispongono visitatori e monaci alla preghiera e alla riflessione.

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La storia e le vicissitudini dell’abbazia si possono condensare in poche date: la fondazione risale all’anno 1150 per volere dei nobili Tarasp del Canton Grigioni. L’abbazia nel corso degli anni ha subito due devastanti incendi e nel 1348 ha affrontato la peste nera. I lavori di ristrutturazione degli anni attorno al 1600 hanno dato al complesso una marcata impronta barocca. Il periodo napoleonico, con la soppressione degli ordini religiosi, vede i monaci riparare in Austria e assiste al saccheggio parziale dell’abbazia; sparito Napoleone, è Francesco I d’Austria a decidere la riapertura del monastero.

Nella chiesa romanica si può anche soggiornare

Oggi l’intero complesso è di proprietà della Congregazione benedettina della Svizzera. L’Abbazia di Monte Maria è composta da una chiesa romanica dedicata alla vergine Maria; delle cinque navate originarie ne sono rimaste tre perché due sono state adibite una a sacrestia e l’altra al coro.

Gli affreschi a stucco risalgono al periodo rinascimentale, vi sono poi numerose statue e un grande organo. Il chiostro dell’abbazia racchiude gli ambienti riservati alla clausura, un giardino, una biblioteca e un museo, mentre la parte più antica dell’edificio è costituita dalla criptaromanico-bizantina nella sua forma originaria, impreziosita da affreschi della stessa epoca.

Nel 2006 è stato realizzato il sentiero delle ore che collega l’Abbazia di Monte Maria al monastero di San Giovanni Battista nel comune grigionese di Santa Maria Val Müstair. Infine, particolare affatto trascurabile per chi viene in visita a Burgusio-Malles: l’abbazia dispone di otto stanze singole e una doppia per turisti o pellegrini. Un soggiorno favorevole al corpo e allo spirito.

Monastero Mechitarista di San Lazzaro degli Armeni

Questo monastero, raggiungibile da Piazza San Marco in una ventina di minuti di vaporetto, è uno scampolo di Venezia molto caro ai veneziani e famoso anche tra le migliaia di turisti che affollano la città lagunare. San Lazzaro è sempre stata un’oasi di pace e di tranquillità sin dal IX secolo, quando era abitata dai benedettini di Sant’Ilario; nel XII secolo diviene dimora per gli ammalati di lebbra e nel Cinquecento ospita poveri e ammalati.

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Un secolo dopo trovano ospitalità i frati domenicani espulsi da Creta e nel Settecento arriva la confraternita dei padri Armeni, fuggiti dalla regione caucasica per l’arrivo dei Turchi. I religiosi, sono guidati da Mechitar (consolatore), nato col nome di Petros Manuk a Sivas (l’antica Sebaste anatolica) nel 1676. Nel 1701, sacerdote a Costantinopoli, dà vita all’ordine religioso che porta il suo nome. Nel 1715 arriva a Venezia e prende dimora nel monastero di San Lazzaro degli Armeni.

L’Abate Mechitar da Sebaste

Padre Mechitar è universalmente considerato il protagonista della rinascita della letteratura armena in lingua classica, specie per aver composto un’edizione della Bibbia nel 1735 e un Dizionario di armeno pubblicato nel 1749, anno della sua morte nel convento dell’isola di San Lazzaro, rimpianto dai confratelli e dai veneziani. Nel Settecento Venezia era uno dei centri più importanti d’Europa per la stampa di libri e documenti, grazie anche all’attività dei padri Armeni e alla loro tipografia poliglotta, importante centro di cultura la cui biblioteca contiene oltre 4500 manoscritti originali.

Oltre a manoscritti e libri, il monastero ospita anche tesori di inestimabile valore, come i preziosi manufatti provenienti dalla Cina e dal Giappone e le mummie egizie datate VIII secolo a.C.. Quando Napoleone (sempre lui!) invade Venezia, saccheggia e distrugge tutti i monasteri dei dintorni, ma ordina con decreto ufficiale di risparmiare quello di San Lazzaro. Che continua per fortuna nel tempo la sua missione di fede e di cultura.

Libertas Dicendi n°286 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com